Ucciso l'attentatore di Bruxelles: era un tunisino di 45 anni

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Di Michela MorsaEuronews
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È stato identificato come Abdeslam L., già noto alle autorità perché a rischio radicalizzazione e residente illegalmente nel Paese. È morto dopo essere stato ferito gravemente in uno scontro a fuoco con la polizia

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È stato ucciso dalla polizia l'uomo che lunedì intorno alle 19 ha freddato due tifosi svedesi e ferito una terza persona a colpi di kalashnikov a Bruxelles, vicino a una stazione non lontana dal centro. Anche l'arma è stata recuperata. La notizia, riportata dai media nazionali, è stata confermata dalla Procura belga e dalla ministra dell'Interno Annelies Verlinden. 

L'uomo sarebbe stato ferito gravemente alla schiena da un proiettile in uno scontro a fuoco con la polizia e i soccorritori non sono riusciti a salvargli la vita. Le forze dell'ordine sono intervenute intorno alle 7 di mattina dopo aver ricevuto una segnalazione secondo la quale l'uomo era seduto in un caffè di Schaerbeek, quartiere a nord di Bruxelles dove avrebbe abitato con moglie e figlia. Già il quotidiano belga Le Soir aveva parlato di alcune perquisizioni della polizia nel quartiere nelle prime ore di martedì.

Il primo ministro belga Alexander De Croo ha detto che l'attentatore era un uomo tunisino di 45 anni che abitava illegalmente in Belgio, identificato come Abdesalem Lassoued. Il ministro della Giustizia, Vincent Van Quickenborne, ha detto che l’uomo aveva chiesto asilo in Belgio nel novembre del 2019 ma la sua richiesta era stata respinta nel 2021. 

Lassoued era già noto alle autorità belghe perché nel 2016 una polizia straniera aveva segnalato la sua "radicalizzazione", ma dopo i dovuti accertamenti non era stato inserito nell'elenco degli estremisti potenzialmente pericolosi. Era noto anche alle autorità tunisine per reati comuni. 

De Croo ha definito i due omicidi "un attacco terroristico brutale" e ha aggiunto che non è stato un attacco casuale: l’attentatore avrebbe preso di mira volutamente i tifosi svedesi in ritorsione contro le manifestazioni tenutesi gli scorsi mesi in Svezia in cui era stato bruciato il Corano. In agosto lo stesso governo svedese aveva deciso di alzare l’allerta per minaccia terroristica dal livello 3 al 4, su una scala di cinque.

La caccia all'uomo era scattata lunedì sera in tutto il Paese. Nella capitale era stato proclamato il massimo livello di allerta e nel resto del Belgio il livello era stato alzato da 2 a 3. L'attacco, durante il quale l'aggressore avrebbe urlato "Allah Akbar", è stato classificato come terrorismo. Gli inquirenti non escludono l'esistenza di complici: altre due persone sono attualmente ricercate dalla polizia belga.

I media hanno diffuso video amatoriali che mostrano l'uomo che spara più volte nei pressi di una stazione utilizzando un'arma di grandi dimensioni, presumibilmente un kalashnikov. Altri video lo mostrano in fuga per le strade di Bruxelles alla guida di un motorino. 

Sui social media è stato pubblicato un video anche dal presunto aggressore che, giacca arancione fluorescente in primo piano, rivendica l'attacco dicendo di essere affiliato all'Isis e di aver "vendicato i musulmani". Nella mattinata di lunedì aveva commentato sui social network la notizia del bambino musulmano accoltellato a Chicago domenica, spiegando che se fosse stato cristiano quel crimine sarebbe stato rubricato come "atto di terrorismo e non crimine brutale".

"Durante la serata, è stata effettivamente fatta una rivendicazione sui social network, registrata da una persona che si è presentata come l'attentatore. Questa sostiene di ispirarsi allo Stato Islamico. Durante questa stessa rivendicazione, la nazionalità svedese delle vittime viene citata come probabile motivazione dell'atto. Al momento non ci sono prove di un potenziale legame con la situazione israelo-palestinese", ha dichiarato il portavoce del procuratore federale belga, Eric Van Duyse.

Le vittime erano in città per assistere alla sfida tra la nazionale svedese e il Belgio all'Heysel stadium, a circa cinque chilometri di distanza dal luogo dell'attentato. I giocatori, in campo dalle 20:45, hanno appreso dell'accaduto solo alla fine del primo tempo. Ma quando hanno saputo che le due persone uccise indossavano le magliette della nazionale svedese, i calciatori scandinavi hanno comunicato alla Uefa di non voler giocare il secondo tempo della partita, e la squadra belga ha accettato di interrompere il match. I tifosi, confinati nello stadio, sono stati evacuati dopo diverse ore.

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