Dal colpo di stato di fine luglio, la giunta militare del Niger ha resistito a tutto: alle minacce diplomatiche e a quelle militari dell'Ecowas. E i francesi se ne vanno, abbandonando al suo destino la loro ex colonia
Lo Stato Maggiore francese ha confermato che I primi militari francesi, martedì 10 ottobre, hanno lasciato le loro basi in Niger, con un convoglio terrestre sotto scorta nigerina, diretti verso il Ciad.
Poi il lungo viaggio continuerà, attraverso l'Africa, fino al ritorno in Francia.
Oltre a questa partenza via terra, all'aeroporto di Niamey, la capitale del Niger, sono stati registrati “tre voli speciali”, due per la partenza di “97 elementi delle forze speciali” e uno “dedicato alla logistica”.
Nello stesso momento, gli Stati Uniti hanno annunciato il ritiro dei loro aiuti al Niger, governato dalla fine di luglio dalla giunta militare, dopo il colpo di stato che ha deposto il presidente Mohamed Bazoum.
Il ritiro delle truppe francesi è stato richiesto a gran voce dal generale Abdourahamane Tchiani subitodopo il suo arrivo al potere e il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato la loro partenza il 24 settembre scorso.
Il ritiro dei militari francesi verrà completato entro la fine del 2023.
In mezzo, c'era stata una vera e propria "battaglia diplomatica" tra la Francia e la giunta militare dell'ex colonia, che aveva richiesto anche il ritiro dell'Ambasciatore francese in Niger, Sylvain Ittè.
Fino ad ora in Niger erano schierati 1.400 militari francesi per combattere gli jihadisti al fianco del deposto presidente Bazoum, di cui circa 1.000 a Niamey e 400 in due basi avanzate nell'ovest, a Ouallam e Tabarey-Barey, nel cuore della cosiddetta zona dei “tre confini” con Mali e Burkina Faso.
Euronews racconta
Il nuovo "uomo forte" del Niger.
Servizio del 28.7.2023