Polonia, il governo davanti alla Commissione Ue per dare risposte sullo "scandalo dei visti"

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Di Michela Morsa
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Dal 2021 importanti funzionari di governo avrebbero rilasciato almeno 250mila visti europei a cittadini asiatici e africani in cambio di tangenti

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Alla frontiera tra Polonia e Germania sono tornati i controlli. La misura è stata introdotta a causa del crescente numero di attraversamenti irregolari del confine ma anche a causa del cosiddetto "scandalo dei visti" che ha travolto il governo polacco in piena campagna elettorale. 

Una clamorosa inchiesta giornalistica di Onet.pl ha svelato che dal 2021 Varsavia avrebbe venduto tra i 250 e i 350mila visti europei a cittadini asiatici e africani, al prezzo di 4.500 euro ciascuno. Il sistema di corruzione avrebbe coinvolto i piani ministeriali più alti: risulta infatti tra i sette indagati l'ormai ex viceministro degli Esteri, Piotr Wawrzyk, esponente del partito di centrodestra di governo "Diritto e giustizia", che evita di rispondere alle domande in merito. 

Come spiegato dal giornalista della testata, Andrzej Stankiewicz, "il sistema è stato costruito da soci del viceministro Wawrzyk: elenchi di persone specifiche venivano inviate ai consolati e alle ambasciate polacche in Asia e Africa, e queste persone dovevano assolutamente ottenere i visti. Si trattava di un meccanismo sviluppato, soprattutto per l'India". Il meccanismo riguardava soprattutto i visti Schengen multipli, perché consentono anche l'ingresso in Messico e, quindi, un potenziale accesso agli Stati Uniti. 

Indagini e chiarimenti

Oggi scade il termine per la Polonia per spiegare queste irregolarità nelle sue procedure davanti alla Commissione europea. Il governo polacco ha ammesso che centinaia di visti sono stati rilasciati illegalmente, ma ha contestato il numero stimato dai giornalisti, ripreso dalle opposizioni. 

Finora Varsavia ha fornito informazioni limitate sull'indagine in corso, che riguarda comunque meno di 300 visti. La Procura nazionale ha rilasciato solo una dichiarazione dove spiega che le prime segnalazioni di irregolarità nel rilascio dei visti sono giunte all'Ufficio centrale anticorruzione nel luglio 2022 ed elenca alcuni dei reati coinvolti. 

I giornalisti, però, hanno scoperto nuovi dettagli riguardo il processo di intermediazione nel rilascio dei visti. Il governo polacco si è avvalso di una società esterna, la Vfs global,per svolgere compiti amministrativi, come la compilazione delle domande di visto. Una volta compilate, le richieste venivano inoltrate a consolati e ambasciate. Per ottenere un appuntamento con questa società, e quindi poter fare richiesta per il visto, bisognava passare per degli "intermediari", che secondo le fonti, e almeno nel caso dell'India, chiedevano tangenti per circa 800 euro

Il ruolo della società esterna

"Non risulta che qualcuno di questa azienda abbia preso soldi in nero per svolgere il suo lavoro", spiega Lukasz Ciesla, giornalista investigativo di Onet. A ricevere i soldi, infatti, sarebbero stati solo gli intermediari. "Nella corrispondenza con me, l'azienda - aggiunge Ciesla - ha ammesso di essere a conoscenza di tale corruzione e dice di aver sempre denunciato questi incidenti alle forze dell'ordine". 

La società ha messo in guardia contro gli intermediari disonesti e non verificati, ma ha dichiarato di essere estranea a qualsiasi illecito legato ai visti polacchi. "Noi ci occupiamo solo dei compiti amministrativi, non siamo coinvolti nel processo decisionale sui visti.Da quando lavoriamo per il governo polacco, nessuno dei nostri dipendenti è stato mai arrestato o indagato per qualsiasi illecito relativo al rilascio dei visti polacchi", ha dichiarato Chris Dix, responsabile dello sviluppo aziendale di Vfs global. 

Dix ammette poi che alcuni membri del personale sono stati accusati di negligenza, ma in merito alle operazioni svolte per un altro governo cliente e, sottolinea, è stata immediatamente informata la polizia locale.

Tema chiave

Lo scandalo si inserisce in uno dei temi chiave, o addirittura decisivi, della campagna elettorale: l'immigrazione, centrale anche a causa della sempre maggiore pressione sulle frontiere polacche da parte di migranti provenienti da Russia, Bielorussia e Balcani, che ha portato un aumento dei controlli a tutti i confini del Paese. 

Nelle ultime settimane la cosiddetta rotta balcanica è cambiata, e sempre più migranti stanno attraversando la Slovacchia e la Repubblica Ceca per poi raggiungere, attraverso la Polonia, la Germania. Sarebbero circa 1800 le persone già detenute ai confini polacco-slovacco e polacco-ceco

Inoltre, in occasione delle elezioni politiche del 15 ottobre, si voterà anche per un discusso referendum sull'accoglienza dei migranti. L'approccio alla questione e le soluzioni proposte dai politici avranno un grande impatto sul modo in cui voteranno i polacchi tra meno di due settimane. 

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