Sulla rotta dei migranti nel Mediterraneo centrale: storia di un salvataggio

Sulla rotta dei migranti nel Mediterraneo centrale: storia di un salvataggio
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Di Monica Pinna
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Nel momento in cui sempre piú migranti tentano di raggiungere le coste europee, la reporter di Euronews Monica Pinna si è unita all’equipaggio di un’imbarcazione di soccorso sulla rotta del Mediterraneo centrale : questo reportage mostra il dietro le quinte di un'operazione di salvataggio

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Ho trascorso 11 giorni a bordo della Humanity 1. L'ong tedesca Sos Humanity mi ha invitato sulla sua nave di salvataggio per raccontare un'operazione di soccorso da dentro. Ho ascoltato le storie di chi lo realizza e di chi fugge.

L'equipaggio

A bordo ci sono 29 professionisti altamente qualificati di tredici nazionalità. Cosa li ha spinti ad imbarcarsi? 

"Viaggio tra le frontiere dal 2015, all'inizio come volontaria - spiega Sara, la responsabile italiana della protezione -. Dopo un'esperienza di diversi anni in Grecia, al confine con la Turchia, ho sentito il bisogno di capire meglio anche la frontiera del Mediterraneo centrale. Come antropologa penso che sia davvero importante prendersi cura di queste persone in modo concreto".

Pinna, Monica/
Preparazione degli equipaggiamenti di soccorso in vista di un salvataggio sulla Humanity 1Pinna, Monica/

Il "lookout"

Siamo partiti da Ancona ed entriamo nella rotta del Mediterraneo centrale dopo cinque giorni di navigazione. Stiamo ormai attraversando la via migratoria più pericolosa e letale verso l'Europa. 

Per due giorni l'equipaggio scruta l'orizzonte senza trovare alcuna imbarcazione in difficoltà. Il "lookout" continua senza sosta. Tutto il personale di bordo è chiamato a turno sul ponte piú in alto per cercare con i binocoli qualcosa di "anomalo" che possa assomigliare a una barca. In questi casi gli occhi funzionano meglio dei radar incapaci, questi ultimi, di identificare imbarcaizoni cosi' piccole.   

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Maike e Viviana durante il "lookout", di vedettaPinna, Monica/

Il salvataggio

Ci vogliono tre giorni prima di avvistare un barcone di legno carico di persone. 

Siamo nelle acque internazionali al largo delle coste tunisine. Nel giro di pochi minuti, i due gommoni di salvataggio Tango e Bravo prendono il largo. 

Io mi trovo a filmare su Bravo, con Viviana, la responsabile delle operazioni di soccorso.  

L'avvicinamento alla barca dei migranti viene scandito dalle accelerazioni e decelerazioni dei motori e dalla voce rassicurante di Viviana. "Hello my friends!". Per 57 migranti è l'inizio di una nuova fase del loro lungo viaggio verso il sogno europeo. 

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Il gommone "Bravo" in avvicinamento alla barca di migranti in difficoltà al largo della TunisiaPinna, Monica/

Mi rimarrà sempre impresso il silenzio dei migranti in quei e momenti e i loro sguardi impauriti.

L'equipaggio interamente femminile del nostro gommone "Bravo" trae in salvo oltre quaranta migranti in due viaggi. Sono tutti uomini. Il secondo gommone "Tango" ne carica una decina.

Alla fine, sulla Humanity 1 sagono 57 persone. Arrivano principalmente dal Bangladesh, altri da Siria, Egitto e Marocco. Erano partiti dalla Libia la notte precedente al salvataggio.

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Il gommone "Bravo" trasferisce i migranti sulla Humanity 1Pinna, Monica/

La rotta del Mediterraneo centrale, un bilancio pesante

Dal 2014 oltre 22.000 persone sono morte o andate disperse nel tentativo di attraversare la rotta del Mediterraneo centrale. Quest'anno le partenze dalla Tunisia sono aumentate di sei volte rispetto al 2022. Gli arrivi in Italia sono saliti alle stelle, ma anche i morti sono aumentati. 

"Dall'inizio dell'anno più di 2.000 persone sono annegate nel Mediterraneo o andate disperse, un numero che non si vedeva dal 2017", dice Camilla, la responsabile della comunicazione a bordo.

Sos Humanity afferma che c'è un disperato bisogno di un programma europeo efficace per la ricerca e il salvataggio nel Mediterraneo centrale. L'ong, finanziata quasi esclusivamente da donatori privati e organizzazioni umanitarie, sottolinea che le operazioni di salvataggio hanno subito un altro colpo nel gennaio 2023, quando il governo italiano ha imposto un nuovo codice di condotta alle ong. Le navi di soccorso civili vengono multate o trattenute se effettuano più di un salvataggio alla volta e spesso viene loro assegnato un porto sicuro lontano per lo sbarco.

"Le navi delle ong vengono inviate a volte in porti distanti 1.400-1.600 chilometri, il che ci tiene lontani dall'area di intervento per giorni e giorni - dice Camilla -. Abbiamo percorso mille chilometri in quattro giorni dal luogo del salvataggio a Livorno, il porto sicuro che ci è stato assegnato".

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Alcuni migranti attendono che la Humanity 1 entri nel porto di LivornoPinna, Monica/

Lo sbarco a Livorno

In Europa, le discussioni sui migranti ruotano spesso intorno ai numeri: quanti ne arrivano, quanti ne muoiono... 

Per me, sono solo persone che si trascinano un fardello pesante. Alcuni hanno viaggiato anni prima di arrivare qui. 

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Le statistiche dicono che solo una piccola parte di coloro che arrivano riuscirà a rimanere legalmente in Europa. Molti saranno rispediti al punto di partenza. 

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Migranti in attesa dello sbarco a LivornoPinna, Monica/

La Humanity 1 è ripartita lo stesso giorno dello sbarco. E' pronta a salvare altri migranti in fuga da povertà, guerre e disperazione. E' un ciclo senza fine.

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