Spotify, boom degli utenti, calano le azioni e aumentano i prezzi. Tutti i cambiamenti dell'azienda

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Di Ilaria Cicinelli
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Segna un record inaspettato l'aumento degli utenti mensili sulla piattaforma, superando tutte le aspettative. Eppure le azioni crollano e l'azienda è costretta ad aumentare le tariffe per gli abbonati

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Spotify, la piattaforma di distribuzione di musica e podcast leader nel mondo, ha annunciato un balzo record degli utenti attivi ogni mese, arrivati a 551 milioni alla fine del secondo trimestre, con 36 milioni di utenti in più. Il risultato ha di gran lunga superato le più rosee aspettative di almeno 21 milioni di utenti, un massimo storico per l'azienda. 

L'aumento del 27% rispetto all'anno precedente si spiega in parte con il forte incremento dei nuovi ascoltatori della "Gen Z", la parte della popolazione nata tra il 1997 e il 2010, sostiene Spotify. Si conferma così come la piattaforma di streaming audio più popolare al mondo. Anche il numero di persone che scelgono di iscriversi sono aumentati del 17%

Ciononostante, il gruppo svedese ha visto le sue perdite ingigantirsi notevolmente da aprile a giugno a causa degli alti costi di ristrutturazione e di oneri sociali, tra gli altri fattori. Le azioni di Spotify sono scese del 6% nelle contrattazioni di martedì 25 luglio, dopo che la società ha pubblicato i risultati del secondo trimestre, chenon hanno rispecchiato le stime di fatturato fornite dagli analisti, nonostante i progressi e gli sforzi compiuti dalla piattaforma per attirare più utenti attraverso i contenuti.

Il Ceo di Spotify, Daniel Ek illustra i progressi della sua azienda su Twitter

Crescita solida degli utenti, ma aumentano i prezzi

Seguendo le orme di concorrenti come Apple e Amazon, lunedì il gruppo ha annunciato l'aumento delle tariffe per i suoi abbonamenti premium in oltre 50 Paesi del mondo, tra cui Stati Uniti, Gran Bretagna ed Europa, per riuscire a portare avanti la crescita dell'impresa con le attuali condizioni mutevoli del mercato.
Si passa dunque da 9,99 euro a 10,99 per il singolo utente, mentre per gli account condivisi da due persone il prezzo sale da 12,99 a 14,99 euro al mese. Lo stesso avviene per l'account formato famiglia, utilizzabile da 6 persone in contemporanea, che passa dai 15,99 euro iniziali a 17,99.
Anche Youtube, la nota piattaforma video, ha aumentato il prezzo dell'abbonamento premium mensile e annuale negli Stati Uniti, per la prima volta da quando il servizio è attivo, dal 2018. 

Il rincaro entrera in vigore dopo un mese per chi già possiede un abbonamento, così che chi è già iscritto avrà tempo per decidere se abbandonare o meno la piattaforma. 
Il piano gratuito non è invece stato eliminato ma continua a includere la pubblicità e alcune limitazioni all'ascolto.

La decisione arriva dopo che l'azienda ha effettuato centinaia di licenziamenti nei mesi scorsi per restringere il margine delle perdite.

Spotify per lo più non paga direttamente gli artisti ma le case discografiche, e afferma di aver versato circa il 70% di tutti gli incassi a queste ultime. La piattaforma sostiene che dalla sua fondazione fino al 2022 avrebbe generato 40 miliardi di dollari, andati direttamente nelle casse dell'industria musicale. Per gli artisti, tuttavia, non c'è un  margine di guadagno significativo tramite il servizio di streaming.

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