Le violenze contro i migranti al confine tra Bulgaria e Turchia

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Di Hans von der Brelie
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Sofia punta ad entrare nell'area Schengen entro la fine del 2023, ma Austria e Paesi Bassi continuano a opporsi, sottolineando l'alto numero di migranti che entrano nell'Ue seguendo la rotta balcanica. Le ong accusano la polizia di frontiera bulgara di ripetute violenze contro i migranti

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La Bulgaria sarà accettata nel gruppo dei Paesi Schengen entro la fino del 2023? Sofia punta ad aderire all'area di libera circolazione e, già da anni, il Parlamento europeo e la Commissione confermano che il Paese è pronto. Ma finora i Paesi Bassi e l'Austria si sono opposti, sottolineando l'alto numero di migranti che entrano nell'Ue seguendo la rotta balcanica attraverso la Turchia e la Bulgaria. Allo stesso tempo, le ong hanno lanciato l'allarme sul presunto uso della violenza da parte delle guardie di frontiera bulgare. Euronews Witness ha viaggiato lungo il confine per saperne di più.

La Bulgaria è membro della Nato e dell'Unione europea. La cortina di ferro è stata sostituita da una moderna recinzione per impedire ai migranti di attraversare illegalmente il confine. Stando ai dati forniti dal ministero dell'Intenro, la polizia di frontiera bulgara ha sventato 164.000 tentativi di attraversamento irregolare nel 2022, rispetto ai 55.000 del 2021.

Negli ultimi mesi sono arrivate notizie inquietanti dal Paese: diversi agenti di polizia sono rimasti uccisi in incidenti d'auto in cui erano coinvolti trafficanti di esseri umani che trasportavano migranti. Diciotto migranti sono morti soffocati all'intenro di un camion che trasportava legname. Ci sono numerose accuse contro le guardie di frontiera bulgare, che secondo le testimonianze picchiano i migranti e li respingono in Turchia.

"In un anno più di 600 persone che ci hanno raccontato ufficialmente di aver subito violenze e respingimenti al confine - dice Diana Dimova, fondatrice dell'organizzazione per i diritti umani Mission Wings -. Abbiamo visto tante cicatrici. La polizia di frontiera bulgara li picchiava". L'anno scorso il Comitato bulgaro di Helsinki ha documentato 5.000 casi di respingimenti illegali, ma le cifre potrebbero essere molto più alte.

Euronews ha parlato di queste accuse Ivaylo Tonchev, che supervisiona la direzione regionale della polizia di frontiera a Elhovo. Secondo il funzionario "non c'è alcuna violenza contro i migranti. Nei casi in cui si ricorre alla forza fisica, questo viene fatto in conformità con la legislazione del Paese. Ci sono gruppi aggressivi di migranti che ci lanciano pietre".

L'Ue sostiene la Bulgaria per migliorare la gestione delle frontiere. Recentemente sono stati stanziati 200 milioni di euro per questo scopo. Stando a fonti ben informate la Bulgaria potrebbe diventare membro di Schengen entro la fine di quest'anno. Guarda il reportage integrale nel player in alto.

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