Insegnanti, studenti e genitori in coreteo a Budapest. Al centro della protesta i salari esigui e la centralizzazione del programma didattico
30 anni di esperienza e uno stipendio di 300.000 fiorini al mese (appena 800 euro).
L'Ungheria non è un Paese per insegnanti e, infatti, nessuno più vuole intraprenderne la carriera. Anche perché chi entra guadagna appena 500 euro, il salario più basso dell’Unione europea.
Per questo e per un sistema scolastico senza prospettive, sempre più inquinato dall'ideologia protestano a Budapest docenti, genitori e studenti.
L'appartenenza politica non c'entra, spiega un manifestante: "Tutti hanno figli. Quindi chiunque abbia un po' di buon senso dovrebbe essere qui a protestare, che sia un elettore di Fidesz o no. Non si tratta di politica, si tratta del Paese. Abbiamo bisogno di un buon insegnamento, di buone scuole, di buoni insegnanti".
Insegnanti che latitano: secondo il sindacato di categoria, mancano circa 17.000 docenti, il 15% del totale necessario.
A poche centinaia di metri dal palco principale, in piazza Madách, si sono riuniti gli insegnanti di nove scuole. Nonostante le minacce delle autorità, hanno intrapreso la disobbedienza civile.
Il movimento Teach Now afferma che 947 insegnanti di 83 scuole stanno partecipando alla protesta.
"Non andiamo in piazza perché non abbiamo voglia di lavorare, non lo facciamo perché vogliamo beni materiali. Lo facciamo perché crediamo sinceramente di essere degli educatori e crediamo che gli educatori possano avere un impatto sul futuro, ma solo se si lavora in condizioni eque" dice l'insegnante Éva Gadanecz.
A rendere inappetibile la professione, oltre allo stipendio esiguo, anche la centralizzazione e la politicizzazione del programma di studi, su cui l'autonomia scolastica è inesistente.
Agli ultimi test nell'ambito del Programma per la valutazione internazionale dell'allievo, gli studenti ungheresi hanno ottenuto risultati al di sotto della media europea in diverse materie e competenze fondamentali, come la matematica, le scienze, la lettura.