Situazione di alta tensione al confine tra Kosovo e Serbia, dopo il fallimento dei colloqui di pace tra il presidente serbo Vučić e il primo ministro kosovaro Kurti. Nella città "divisa" di Mitrovica si temono conflitti tra serbi, kosovari e albanesi
Truppe americane e della NATO - che fanno parte, insieme ai carabinieri italiani e altre forze internazionali, del KFOR (Kosovo Force), sono state dispiegate sulle strade principali del nord del Kosovo.
Colloqui falliti (per ora)
La tensione è aumentata in seguito al fallimento dei colloqui, a Bruxelles, tra il presidente serbo Aleksandar Vučić e il primo ministro kosovaro Albin Kurti: i due leader non sono riusciti a raggiungere un accordo sulle questioni di confine e di riconoscimento reciproco, che da anni rendono instabile la situazione nei Balcani.
Josep Borrell, alto rappresentante dell'Unione europea gli Affari Esteri, dopo l'incontro ha laconicamente annunciato: "Oggi non c'è alcun accordo".
Borrell ha aggiunto che Kurti e Vučić hanno comunque acconsentito a ulteriori discussioni, nei prossimi giorni, per accelerare il processo di normalizzazione dei legami tra i loro Paesi, che sono stati in guerra nel 1998-1999.
Nella città di confine di Mitrovica, divisa a metà tra Serbia e Kosovo, la tensione è particolarmente alta. In molti, qui, temono che il fallimento dei negoziati politici tra i due Paesi - volti a risolvere 20 anni di stallo tra Serbia e Kosovo - possa portare a qualche forma di conflitto locale tra kosovari, serbi e albanesi.
Il Kosovo è un'ex regione della Serbia: Belgrado ha sempre rifiutato di riconoscerne la dichiarazione di indipendenza del 2008.
Documenti e targhe
Le tensioni tra Serbia e Kosovo sono riesplose in luglio, quando il governo di Kurti ha dichiarato che i documenti d'identità e le targhe dei veicoli serbi non sarebbero più stati validi nel territorio kosovaro.
La minoranza serba, che vive soprattutto nel nord del Kosovo, ha reagito con rabbia alla proposta, erigendo posti di blocco, facendo risuonare le sirene antiaeree e sparando con le armi in aria e in direzione degli agenti di polizia del Kosovo.
La Serbia, in risposta, ha attuato le stesse misure per i cittadini kosovari che entrano in Serbia.
La proposta del Kosovo su documenti e targhe, per ora, è stata rinviata al 1° settembre.
Gli alleati della Serbia e gli alleati del Kosovo
Insieme alla Serbia, i suoi alleati Russia e Cina non riconoscono l'indipendenza del Kosovo, sostenuta - viceversa - dagli Stati Uniti e dalla maggior parte degli altri Stati occidentali.
In Occidente si teme che la Russia possa incoraggiare la Serbia ad un intervento armato nel nord del Kosovo, che destabilizzerebbe ulteriormente i Balcani e sposterebbe, almeno in parte, l'attenzione dalla guerra della Russia in Ucraina.