Ucraina, la Croce rossa internazionale: "la disinformazione mette a rischio le nostre vite"

Un veicolo della croce rossa su un viale deserto nel centro di Kiev, Ucraina, mercoledì 16 marzo 2022, durante il coprifuoco nella capitale
Un veicolo della croce rossa su un viale deserto nel centro di Kiev, Ucraina, mercoledì 16 marzo 2022, durante il coprifuoco nella capitale Diritti d'autore Vadim Ghirda/Copyright 2022 The Associated Press. All rights reserved.
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In un comunicato appena pubblicato, l'organizzazione denuncia come propaganda e disinformazione rischino di rivelarsi fatali agli operatori sul campo

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La disinformazione sta diventando un problema grave nella guerra in Ucraina: a denunciarlo è il Comitato internazionale della Croce Rossa (ICRC), che in un rapporto appena pubblicato ha denunciato come il rincorrersi di voci, notizie e resoconti fasulli ne stia complicando il lavoro sul campo, fino a mettere a rischio la vita degli operatori umanitari

"Stiamo assistendo ad attacchi deliberati e mirati - spiega il responsabile media Ewan Watson -  che utilizzano false narrazioni e disinformazione per screditare la Croce rossa internazionale. E questo ha il potenziale di causare un danno reale per i nostri team e i nostri partner del movimento della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa che lavorano sul terreno e per le persone che serviamo."

Tra le accuse che l'organizzazione ha negato c'è il presunto coinvolgimento nelle evacuazioni forzate a Mariupol, dove secondo il consiglio comunale 15mila civili sarebbero stati privati dei documenti e deportati in Russia contro la loro volontà

"Un'affermazione che non ha nessun fondamento" recita il comunicato dell'ICRC, in relazione al presunto coinvolgimento nell'operazione. "Il CICR non è stato coinvolto in alcuna evacuazione forzata o trasferimento forzato di civili in Russia da Mariupol o da qualsiasi altra città ucraina. Per essere assolutamente chiari, non sosterremmo mai alcuna operazione che andrebbe contro la volontà delle persone".

Bollati come inesatti anche i rapporti secondo cui la Croce rossa internazionale starebbe progettando di aprire un ufficio nel sud della Russia per "smistare" i rifugiati dall'Ucraina: allo studio ci sarebbe in effetti l'apertura di un ufficio a Rostov, ma senza alcuna contiguità a deportazioni o evacuazioni forzate.

"Nel tentativo di raggiungere un accordo tra le parti (circa i corridoi umanitari, ndr) ridurre le sofferenze e aumentare l'assistenza ai civili bisognosi - recita ancora il comunicato - il presidente del CICR si è recato prima a Kiev e poi a Mosca per incontrare le autorità. I suoi incontri con le autorità a Mosca hanno suscitato in alcuni una profonda rabbia. Vogliamo essere chiari sul fatto che questi incontri diplomatici con tutte le parti sono ancorati al diritto umanitario internazionale e all'appassionata difesa del miglior interesse dei civili intrappolati nel conflitto".

La croce rosse, attualmente presente in dieci località in Ucraina. ha voluto sottolineare come: "L'azione umanitaria neutrale è per natura imparziale e deve essere rispettata, sia la nostra che quella degli altri".

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