Il Papa saluta la Slovacchia e torna a Roma

Il Papa nell'ultima tappa slovacca
Il Papa nell'ultima tappa slovacca Diritti d'autore Petr David Josek/Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved
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Ultima tappa nella basilica dedicata alla Vergine dei Sette Dolori

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Papa Francesco è rientrato a Roma, dopo il viaggio a Budapest e in Slovacchia, il 34esimo all'estero. Nella sua ultima tappa ha celebrato una messa solenne nella basilica dedicata alla Vergine dei Sette Dolori, patrona della Slovacchia.

Nell'omelia ha ricordato che i cattolici devono essere "tessitori di dialogo" e promotori "dell'accoglienza e della solidarietà", contro ogni chiusura, ostilità e divisione.

Nel corso di questo viaggio papa Francesco ha chiuso il congresso eucaristico di Budapest. Ha incontrato in Slovacchia i giovani e la comunità Rom. Ha visitato la sinagoga di Bratislava.

Gregorio Borgia/Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved
Bagno di folla per il Papa a SastinGregorio Borgia/Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved

L'ultima omelia slovacca

L'omelia presso la basilica della patrona slovacca è tutta un richiamo alle prerogative "compassionevoli" che deve avere una fede autentica e "sincera", non "con il piede in due scarpe" ma radicata sui valori evangelici, nonché legati alla figura mariana. "La Vergine è modello della fede di questo popolo slovacco - afferma -: una fede che si mette in cammino, sempre animata da una devozione semplice e sincera, sempre in pellegrinaggio alla ricerca del Signore". "E, camminando - spiega -, voi vincete la tentazione di una fede statica, che si accontenta di qualche rito o vecchia tradizione, e invece uscite da voi stessi, portate nello zaino le gioie e i dolori, e fate della vita un pellegrinaggio d'amore verso Dio e i fratelli". Con una sollecitazione anche ai vescovi e ai preti a "non fermarsi", perché altrimenti "ammalano la Chiesa, ammalano il popolo di Dio". "Non si può ridurre la fede a zucchero che addolcisce la vita", avverte ancora Francesco. E dopo l'invito a far "risplendere la vita fraterna", a essere "tessitori di dialogo" e promotori "dell'accoglienza a della solidarietà", contro ogni chiusura, ostilità e divisione, ribadisce che "anche noi, guardando la Vergine Madre Addolorata, ci apriamo a una fede che si fa compassione, che diventa condivisione di vita verso chi è ferito, chi soffre e chi è costretto a portare croci pesanti sulle spalle". Una fede "che non rimane astratta", ma "ci fa solidali con chi è nel bisogno".

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