Israele al voto: sfida Netanyahu-Lapid, Bennett possibile ago della bilancia

Martedì 23 marzo in Israele si vota per la quarta volta negli ultimi due anni
Martedì 23 marzo in Israele si vota per la quarta volta negli ultimi due anni Diritti d'autore Oded Balilty/Associated Press
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Di Euronews Agenzie:  Ansa
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Martedì 23 marzo elettori israeliani alle urne per la quarta volta negli ultimi due anni. Ma anche questa volta nessun partito o coalizione sembra avere i numeri per formare una maggioranza

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Martedì 23 marzo gli elettori israeliani saranno chiamati alle urne per la quarta volta in due anni, la seconda dall'inizio della pandemia. Neanche queste elezioni però sembrano destinate a sbloccare lo stallo politico che paralizza il paese: in base agli ultimi sondaggi né la coalizione guidata dal Likud di Benjamin Nethanyahu né quella capeggiata Yair Lapid, leader centrista di 'C'è speranza' e maggior avversario del premier alle urne, avrebbero i numeri per assicurarsi la maggioranza alla Knesset.

In una situazione così incerta ad essere decisivi potrebbero essere gli indecisi. Il loro peso elettorale è stato calcolato in 10 seggi: saranno quelli a stabilire vincitori e vinti. Gli ultimi sondaggi danno il Likud in risalita grazie alla gestione della campagna vaccinale. Come ha ammesso lo stesso Lapid sono proprio la sua formazione e la sua alleanza a puntare a quella riserva di voti.

I 10 seggi sono grosso modo quelli che distanzierebbero Lapid, accreditato di 18-19 scranni, dai 29-30 attribuiti al Likud. E che potrebbero dare al leader centrista più forza nei confronti di Naftali Bennett, capo della destra religiosa, intenzionato con i suoi 9-10 seggi a fare da ago della bilancia tra i due blocchi contrapposti. La partita - sempre secondo Lapid - si gioca in parte proprio nella laica Tel Aviv, serbatoio del centrosinistra ma svogliata da sempre nell'affluenza alle urne. Ed ha un significato che il Comune della città stasera illumini la propria facciata con un gigantesco 'Andate a votare' ('Lechu le hazbia', in ebraico).

Sabato migliaia di persone hanno manifestato a Gerusalemme contro Netanyahu, che deve affrontare accuse di corruzione in tre casi distinti. Alla quarta votazione in due anni, l'affluenza rappresenta un'incognita con molteplici ricadute. Basti pensare che nel sistema elettorale israeliano c'è la soglia del 3,25% per ottenere la rappresentanza. E i piccoli partiti - sia nel blocco di destra pro Netanyahu sia in quello composito avverso al premier - possono avere un ruolo importante nel gioco delle alleanze che porteranno all'agognata quota di 61 seggi su 120 che assicurano la maggioranza alla Knesset.

Le urne saranno aperte dalle 7 alle 22. Più di 13.500 i seggi in tutto il paese, compresi quelli speciali destinati ai malati di covid e alle persone in quarantena: 20mila i poliziotti che vigileranno sulle operazioni di voto degli oltre 6 milioni e mezzo di cittadini chiamati al voto.

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