Autonomia Coni, approvato "decreto Cio" per salvare la bandiera italiana alle Olimpiadi

Il presidente del Coni, Giovanni Malagò
Il presidente del Coni, Giovanni Malagò Diritti d'autore JEAN-CHRISTOPHE BOTT/AP
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Di Lillo Montalto MonellaAnsa, AP
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Approvato sul filo di lana il decreto chiesto dal Comitato Olimpico Internazionale da 2 anni, dopo la riforma dello sport che minava l'autonomia del Coni. L'Italia ha rischiato di gareggiare senza bandiera né inno alle Olimpiadi come la Russia nel 2018.

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L'ultimo consiglio dei ministri presieduto dal dimissionario Giuseppe Conte ha approvato un decreto legge sull'autonomia del Comitato Olimpico Italiano (Coni). Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha informato al telefono il numero 1 dello sport mondiale, Thomas Bach, dell'approvazione del 'Decreto Cio' da parte del consiglio dei ministri. Malagò, che ha interrotto il cda di Milano-Cortina, ha detto al presidente del Cio che "la legge è ok, l'autonomia è salva".

"Sono molto felice", la replica di Bach. Ora l'ultima parola spetta al Parlamento in sede di conversione. Il provvedimento sull'autonomia era un passaggio necessario per evitare quella che in molti hanno definito una "figuraccia" internazionale, con il rischio che l'Italia si presentasse alle prossime Olimpiadi senza tricolore e inno di Mameli. Come la Russia in passato, e come rischiano Iraq e Bielorussia.

Per mercoledì è previsto il pronunciamento finale del CIO, il Comitato Olimpico Internazionale, che chiede da 2 anni all'Italia il rispetto della carta olimpica per quanto riguarda l'autonomia del comitato.

"Per la lunga e gloriosa storia sportiva e democratica del nostro Paese era improbabile che l'Italia venisse così duramente sanzionata già domani, ma la decisione di oggi fuga ogni dubbio e risolve il problema dell'indipendenza del Coni lasciato aperto dalla riforma del 2019", il commento del ministro dello sport, Vincenzo Spadafora.

Il testo del decreto legge Cio prevede che per l'espletamento dei compiti relativi al proprio funzionamento e alle proprie attività istituzionali, "il Coni è munito di una propria dotazione organica" di 165 persone al massimo, di cui fino a dieci dirigenti.

Perché l'Italia rischiava le Olimpiadi

Il CIO contesta la riforma dello sport approvata dal primo governo Conte, quello gialloverde con il leghista Giancarlo Giorgetti sottosegretario con delega allo Sport. Il punto più contestato della riforma è stata la creazione di una nuova società pubblica, "Sport e Salute'', per gestire i finanziamenti annuali allo sport elargiti dallo Stato. Mantenimento degli impianti, antidoping, strutture territoriali e promozione sportiva: tutto questo dovrebbe fare capo a Sport e Salute, con un budget di oltre 300 milioni.

Questo flusso di denaro era prima gestito da Coni Servizi Spa, un braccio operativo del Coni. "La Carta Olimpica vieta categoricamente che un comitato olimpico sia gestito dal governo, e in questo momento Sport e Salute è un ramo operativo del governo'', ha detto il presidente del CONI, Giovanni Malagò.

Gli organismi internazionali come il CIO e la FIFA in genere minacciano di sospensione gli affiliati nazionali per proteggere il potere decisionale dei funzionari sportivi dall'ingerenza dello Stato.

E così, per esempio, il Kuwait si è trovato a gareggiare alle Olimpiadi di Rio de Janiero 2016 come ``Atleti olimpici indipendenti''; ai giochi invernali di Pyeongchang 2018, la Russia ha portato i suoi atleti sotto il nome neutro "Atleti olimpici dalla Russia'', conseguenza dello scandalo doping.

Il presidente del CIO aveva suggerito che, in circostanze estreme, l'Italia avrebbe potuto perdere anche il diritto di ospitare le Olimpiadi invernali 2026 a Milano e Cortina d'Ampezzo.

Restano ancora problemi irrisolti soprattutto alla base del movimento sportivo

"Con la riforma del 2019, il Coni era stato spossessato di asset e di governance", spiega Simona Caricasulo, docente Luiss di Economia Aziendale dello Sport. "Al Coni era lasciata essenzialmente solo l'attività di promozione olimpica, ma come avrebbe potuto portarla avanti senza né mezzi, né strumenti né persone? Nel vortice di queste ore, assistiamo al ripristino delle caratteristiche pre-riforma: vengono ridati non solo personale diretto, ma anche impianti e dotazioni economiche".

Il Coni torna ad avere a disposizione personale qualificato, aggiunge Caricasulo. "In seno al Coni si era creato un meccanismo di confusione tra quello che doveva fare il Coni, e quello che doveva fare Sport e Salute, creando uno stato di paralisi in attesa dei decreti attuativi".

Secondo la docente, al di là di come questo decreto verrà recepito da Losanna, resta il bisogno per l'Italia di una riforma capace di risolvere le contraddizioni del sistema sport in maniera strutturale.

"Abbiamo una pluralità di soggetti che operano nel mondo sportivo. Ci sono i soggetit profit e quelli non profit. Se da un lato lo sport di natura professionistica è puntualmente definito, la maggior parte di ciò che rientra nell'ambito del dilettantismo ancora oggi presenta delle sacche oscure. Non solo in termini di apparato giuridico, ma anche di applicazione di una regola fiscale. Un'associazione [locale impegnata nel settore sportivo] può scegliere di essere un'associazione sportiva dilettantistica o di iscriversi al registro nazionale del terzo settore, per esempio"

Il comunicato

Misure urgenti in materia di organizzazione e funzionamento del Comitato olimpico nazionale italiano (decreto-legge)

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente, Giuseppe Conte, e del Ministro per le politiche giovanili e lo sport, Vincenzo Spadafora, ha approvato un decreto-legge recante misure urgenti in materia di organizzazione e funzionamento del Comitato olimpico nazionale italiano (CONI). Al fine di assicurare la piena operatività del Comitato olimpico nazionale italiano e la sua autonomia e indipendenza quale componente del Comitato olimpico internazionale (CIO), il testo attribuisce al CONI una propria dotazione organica di personale, anche dirigenziale. È previsto che il personale di Sport e Salute S.p.a. già dipendente del CONI alla data del 2 giugno 2002 che, alla data di entrata in vigore del decreto, presta servizio presso lo stesso ente in regime di avvalimento, sia trasferito nel ruolo del personale del CONI con qualifica corrispondente a quella attuale, fatta salva l'opzione per restare alle dipendenze di Sport e Salute. Il completamento della pianta organica del CONI avviene mediante concorsi pubblici per titoli ed esami, con riserva del 50 per cento dei posti messi a concorso al personale dipendente a tempo indeterminato della società Sport e Salute in avvalimento presso il CONI che non rientra nel previsto trasferimento. Ai fini del perseguimento delle finalità istituzionali del CONI, il testo prevede il trasferimento a quest'ultimo di impianti sportivi e fabbricati specificamente individuati.
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