Brexit, Bruxelles contro Londra: i conservatori divisi

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Di Tadhg Enright
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Al centro della polemica la legge sul mercato interno, che non rispetta il protocollo sul confine irlandese

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L'ultimatum è scaduto e Bruxelles ha mantenuto le promesse. La Commissione europea ha lanciato un'azione legale contro il Regno Unito, reo di aver violato gli accordi sulla Brexit. Sotto la luce dei riflettori la Legge sul mercato interno, presentata il 9 settembre e che non rispetta il protocollo sul confine irlandese. "Avevamo invitato il Regno Unito a rimuovere le parti problematiche della legge sul mercato interno entro la fine di settembre", dichiara la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, all'arrivo al Consiglio europeo.

Ma Londra non ha ascoltato e ha tirato dritto per la propria strada. "Abbiamo inviato ora una lettera di messa in mora ai nostri amici britannici, perché vogliamo che questa situazione sia chiarita", continua la von der Leyen. "Nel frattempo, naturalmente, stiamo lavorando sodo per far sì che l'accordo di recesso venga attuato in modo completo e tempestivo, perché è necessario e perché noi manteniamo i nostri impegni".

Da Londra fanno sapere che Boris Johnson non intende fare passi indietro, nonostante lo scetticismo si stia insinuando anche tra le sue fila. L'ex premier Theresa May ha criticato il disegno di legge ed era tra i 20 deputati che si sono astenuti dal voto.

"Dobbiamo tornare a concentrarci su un solo obiettivo: quello di ottenere un accordo di libero scambio", dice Crispin Blunt, deputato conservatore pro Brexit. "E questa lettera è solo il primo passo verso l'escalation".

Il governo qui non si lascia sfuggire una parola e non risponde per ora alla lettera di Bruxelles. Ha un mese di tempo per farlo. Ma Downing Street sa che il partito al potere, quello conservatore, è diviso più che mai. Il voto decisivo alla Camera dei Lord è stato rinviato, dopo la fase cruciale delle trattative sulla Brexit. E se ci dovesse essere un accordo commerciale, il contenzioso tra Bruxelles e Londra non avrebbe più ragione di esistere.

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