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Le ferite aperte di Srebrenica e il genocidio di 25 anni fa

Le ferite aperte di Srebrenica e il genocidio di 25 anni fa
Diritti d'autore AP Photo
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Di Paolo Alberto Valentiansa
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Parenti e sopravvissuti ricordano con una marcia i fatti del luglio 1995 a Srebrenica, cittadina nell’est della Bosnia Erzegovina, quando i soldati serbobosniaci guidati dal generale Mladić massacrarono ottomila fra uomini e ragazzi bosniaci di religione musulmana

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Con una marcia sui luoghi dei fatti parenti e sopravvissuti ricordano quello che avvenne nel luglio 1995 a Srebrenica, cittadina nell’est della Bosnia Erzegovina, quando i soldati serbobosniaci guidati dal generale Mladić massacrarono ottomila fra uomini e ragazzi bosniaci di religione musulmana. Quello di Srebrenica è ricordato come il più grave massacro avvenuto in Europa dalla seconda guerra mondiale. La giustizia internazionale lo ha qualificato come atto di genocidio.  "Questa marcia per me è importante - racconta un sopravvissuto - tornare qui 25 anni dopo, vedere dove ho camminato, con gli amici, i parenti, mio fratello allora 19enne, fuggivamo da Srebrenica. Dio proibisca che questo accada ancora".

Il tormento e la memoria della guerra nella ex Yugoslavia

L'11 luglio 1995 le truppe del generale Ratko Mladić entrarono nella cittadina di Srebrenica. Uomini e ragazzi dai 14 ai 78 anni furono separati da donne, bambini e anziani, per poi essere uccisi e gettati in fosse comuni. Il numero ufficiale delle vittime è 8372.

Le tensioni della storia che avvelenano il presente

I rapporti tra Bosnia- Erzegovina e Serbia sono tornati a peggiorare dopo che un tribunale di Belgrado ha recentemente condannato in primo grado, per presunti crimini di guerra, l'ex militare bosniaco, Husein Mujanovic, comandante del carcere militare di Hrasnica, alla periferia di Sarajevo, nel primo anno della guerra in Bosnia (1992-95). La ministra degli Esteri Bisera Turkovic ha inoltrato una nota di protesta al governo serbo, mentre l'ambasciatore serbo a Sarajevo è stato convocato dal presidente di turno della presidenza tripartita bosniaca. L'ambasciatore bosniaco a Belgrado da parte sua è stato richiamato per consultazioni. Passi questi respinti fermamente dalle autorità di Belgrado, secondo cui la condanna di Mujanovic è stata pronunciata da un Tribunale sulla base delle accuse a suo carico, nel rispetto della divisione dei poteri giudiziario, esecutivo e parlamentare. Ed è giusto, sostiene la dirigenza serba, che chi ha commesso crimini e reati contro i serbi venga condannato. 

La marcia della memoria anche sotto la minaccia del covid

La marcia annuale di 100 chilometri attira in generale migliaia di persone provenienti da vari paesi. Nel  25° anniversario del massacro, i partecipanti hanno incluso soprattutto i sopravvissuti al massacro e i loro discendenti. Gli organizzatori hanno detto che hanno dovuto cambiare, all'ultimo momento, il punto di partenza della marcia, a causa di un picco dei casi di coronavirus nella città di Nezuk, dove inizialmente i partecipanti dovevano riunirsi. La marcia traccia un percorso intrapreso dai musulmani bosniaci mentre fuggivano da Srebrenica. Intanto i resti di oltre 6.600 persone sono stati trovati e sepolti nel sacrario vicino Srebrenica. I resti di altre 8 vittime verranno inumati sabato 11 luglio nel grande cimitero musulmano.

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