I fatti di Digione raccontati dagli abitanti. Ecco cosa hanno visto

I fatti di Digione raccontati dagli abitanti. Ecco cosa hanno visto
Diritti d'autore PHILIPPE DESMAZES/AFP or licensors
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Di Oliver Whitfield Miociceuronews
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Ecco cosa hanno visto i testimoni oculari di 3 giorni di caos e sfrenata violenza nella cittadina francese. "Non è questione di droga come vogliono far credere" dicono a euronews

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Torna la calma, almeno apparente a Digione, cittadina francese scossa da disordini che hanno messo contro bande rivali. 

"Ho avuto veramente paura, gridavano "arabi venite fuori". Sono rimasto asserragliato a casa insieme a mio figlio. 

Tutto è iniziato venerdì dopo che un adolescente ceceno è stato picchiato da uno spacciatore. I ceceni della diaspora della zona sono confluiti nella cittadina francese per vendicare l'affronto, auto bruciate, tiri d'arma da fuoco e la polizia, stando alle testimonianze non è intervenuta. 

"No, gli genti non sono intervenuti, sono rimasti fuori dal quartiere interessato e hanno visto quanto accadeva da lontano".

Il sottosgretario  dell'Interno Laurent Nunez si è recato nella città martedì e ha rassicurato i residenti.

 "Da oggi, ci saranno a Digione due unità mobili, che significa 150 funzionari e militari della Gerndarmerie".

Per molti però il provvedimento non basta.  I residenti qui a Gresilles affermano di non essere solo arrabbiati con la polizia che non si è fatta viva per tre giorni, lasciandoli in balia della violenza e di violenti, ma ce l'hanno anche con la narrazione dei media che descrive una città che ha problemi con la droga. 

"La droga è ovunque, in tutti i quartieri francesi", dice un abitante di Gresilles. 

La leader del Rassemblement national, Marine Le Pen, intanto si è recata in visita lunedì e ha cavalcato i malumori della gente. 

"La situazione non ha precedenti. Dovrebbe essere di monito per il nostro Paese".

 Il ministero dell'Interno ha usato la parola deportazione riferendosi agli immigrati coinvolti nei fatti di Gresilles. Ma i francesi qui mettono il freno: siamo tutti francesi anche se si tratta di immigrati di seconda generazione.

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