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Covid-19, l'ECDC replica a El Pais: "Prima valutazione del rischio il 9 gennaio"

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- Diritti d'autore PONTUS LUNDAHL/AFP
Diritti d'autore PONTUS LUNDAHL/AFP
Di Salvatore Falco
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Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie risponde alle accuse di superficialità del quotidiano spagnolo, secondo il quale l'ente dell'Ue ha sottostimato il pericolo del virus.

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Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie risponde alle accuse di superficialità del quotidiano spagnolo El Pais. L’ECDC, sollecitato dalla redazione digitale di Euronews, ricorda di aver pubblicato il suo primo rapporto sulla valutazione delle minacce il 9 gennaio, giorno in cui le autorità sanitarie cinesi hanno riferito per la prima volta riguardo all’identificazione di un nuovo coronavirus come responsabile dell'epidemia scoppiata a Wuhan.

I verbali e la ricostruzione de El Pais

L'Europa sottovalutò il rischio pandemia tre giorni prima che esplodesse il caso di Codogno. Il quotidiano spagnolo cita il documento finale della riunione dei delegati del Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie che si svolse in Svezia il 18-19 febbraio, in cui la diffusione del Covid 19 nel continente viene reputata "sotto controllo" e occupa solo 20 dei 130 punti conclusivi.

Meno di 72 ore dopo, spunta il paziente uno di Codogno. I rischi per la popolazione europea vengono considerati bassi e tutte le proposte d'intervento vengono posticipate di due o tre settimane dopo.

Il documento

Il documento riassume due giorni di lavori, per un totale di 130 interventi. Tra i tanti, saltano agli occhi quello del rappresentante tedesco, Osamah Hamouda, secondo il quale stava diventando ovvio che “il concetto di 'contenimento' non funziona e che non aiuta, dato che le malattie non rispettano i confini. Quindi, invece di discutere i rischi, è necessario discutere di raccomandazioni e di quali consigli dare. Tutte le altre questioni sono irrilevanti".

Il delegato francese, Bruno Coignard, spiega che la Francia ha fatto un'analisi per scenari. Risultato, "il quarto scenario, che comprende una trasmissione diffusa, la quale ha un impatto diffuso e importante sul sistema sanitario, è ritenuto il più probabile".

La reazione dell’ECDC, 18 aggiornamenti nei mesi di gennaio e febbraio

Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie non accetta le critiche di superficialità ricordando di aver pubblicato il suo primo rapporto sulla valutazione delle minacce il 9 gennaio, giorno in cui le autorità sanitarie cinesi hanno riferito per la prima volta riguardo all’identificazione di un nuovo coronavirus come responsabile dell'epidemia scoppiata a Wuhan. Nel corso del mese di gennaio, l'ECDC sottolinea di aver pubblicato 8 tra rapporti, dichiarazioni ufficiali e aggiornamenti della situazione. 10 gli interventi segnalati nel mese di febbraio, prima dell’allarme scoppiato nel Nord Italia.

In effetti, il 2, 7 e 10 febbraio, l'ECDC ha pubblicato una guida rivolta agli Stati membri e ha sostenuto la pianificazione dell’intervento sanitario pubblico dell'UE per quanto riguarda i cosiddetti dispositivi di protezione individuale.

Successivamente all’identificazione del cluster italiano, conclude la replica del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, il direttore Andrea Ammon aveva previsto il rischio, da moderato a elevato, di casi simili in Europa.

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