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Nucleare: "Con la Corea del Nord bisogna fare un passo indietro". Parola del direttore dell'Aiea

Nucleare: "Con la Corea del Nord bisogna fare un passo indietro". Parola del direttore dell'Aiea
Diritti d'autore euronews
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Di Jack Parrock
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Rafael Mariano Grossi a Global Conversation parla di Iran, di stati con armi nucleari e della possibilità concreta che attori non statali possano mettere le mani su materiale nucleare.

**L'Agenzia internazionale per l'energia atomica è l'organismo di controllo del nucleare, e il suo ruolo rispetto all'accordo con l'Iran firmato nel 2015 è diventato ancora più importante dopo che Donald Trump ha annunciato l'uscita degli Stati Uniti dall'accordo nel 2018. Abbiamo incontrato il nuovo direttore generale dell'Agenzia, Rafael Mariano Grossi, entrato in carica in dicembre. **

Iran: le conseguenze dell'uccisione di Soleimani

Cominciamo dall'Iran. Dopo l'uccisione del generale Qasam Soleimani, il governo di Teheran ha dichiarato di non essere più tenuto a rispettare i cinque criteri principali dell'accordo nucleare iraniano. Quanto è pericoloso questo?

"Direi che la situazione è alquanto insolita, perché le nostre attività d'ispezione continuano. Da questo punto di vista la cooperazione dell'Iran in quanto paese ispezionato non è stata interrotta. Noi siamo lì, i nostri ispettori sono lì e stanno svolgendo le loro attività, e questo è molto importante. Allo stesso tempo, i nostri ispettori hanno verificato un grado inferiore di conformità con l'accordo del 2015".

Una delle cose che il ministro degli esteri iraniano, Javad Zarif, ha detto è che la situazione è reversibile. Lei crede che le attività nucleari siano reversibili? E che cosa significa "reversibile"?

"Come dice lei, 'reversibile' è un termine soggettivo. Quello che può essere reversibile per alcuni potrebbe non esserlo per altri. Io credo che il valore di quello che facciamo e la ragione per cui è indispensabile è che mettiamo in luce i fatti".

Ma non è un fatto che quello che stanno facendo può essere invertito?

"Certo, un paese può arricchire di più l'uranio o può arricchirlo meno. Può muoversi in questo modo. Noi ci limiteremo a fornire l'informazione".

Un accordo in bilico

Quanto manca all'Iran per essere uno stato con armi nucleari?

"Be', si tratta di analizzare le capacità tecnologiche che hanno l'Iran e molti altri stati. Questa è una realtà. L'importante è che l'agenzia sia lì a verificare che le quantità utilizzate siano quelle concordate".

Ma 1.200 chili di uranio arricchito sono quasi un'arma nucleare, no?

"Può essere. Ma le stesse quantità esistono anche in altre parti del mondo. Fa parte della complessità della questione, di un insieme di questioni. Se le cose sono verificate, se i nostri ispettori sono lì, se l'Iran osserva il protocollo aggiuntivo all'accordo di salvaguardia globale... Naturalmente la comunità internazionale sarà sempre avvisata con largo anticipo a proposito di qualunque sviluppo preoccupante possa verificarsi".

L'accordo con l'Iran però appare ora in bilico, con l'uscita degli Stati Uniti. Pensa che possa sopravvivere? Quanto è probabile, secondo lei, che l'intesa con l'Iran sopravviva?

"Questo riguarda la politica e i paesi che spiegheranno perché fanno quel che fanno o perché non fanno quel che non fanno. Ma la realtà sul terreno è che solo l'Aiea può accertare che cosa sta accadendo. In fin dei conti, la non proliferazione delle armi nucleari è la scelta di uno stato sovrano. Se uno stato decide di non proliferare, può farlo, e l'Agenzia sarà lì per certificarlo".

Dopo che Francia, Germania e Regno Unito hanno annunciato che avrebbero attivato il meccanismo di risoluzione delle controversie nell'ambito dell'accordo, hanno ora deciso di sospenderlo. Che cosa significa questo dal suo punto di vista, e che cosa fa l'agenzia nel frattempo?

"Dobbiamo garantire la continuità del lavoro d'ispezione. Naturalmente, se ci fosse qualche interruzione, se il lavoro dei nostri ispettori venisse disturbato in qualunque modo, la disputa che questo meccanismo punta a risolvere si ingigantirebbe ulteriormente".

"La Corea del Nord è uno stato con armi nucleari"

Da quando il presidente americano Donald Trump ha incontrato Kim Jong-Un, il leader nordcoreano, i rapporti si sono un po' raffreddati. Come valuta le ambizioni nucleari della Corea del Nord?

"L'Aiea è stata lì per molto tempo, finché i nostri ispettori sono stati espulsi dal paese, più di dieci anni fa. Quindi è trascorso più di un decennio senza una continua presenza sul campo dei nostri ispettori. Questo significa forse che abbiamo gettato la spugna e interrotto il nostro lavoro? Assolutamente no. Noi analizziamo costantemente le informazioni su quel che accade e restiamo pronti per un invio immediato dei nostri ispettori. Quando abbiamo iniziato questa complessa relazione, la Corea del Nord era un paese con ambizioni, ma senza armi nucleari. Ora è uno stato con armi nucleari, con un arsenale confermato. Quindi la situazione è diversa, dal punto di vista politico e tecnologico. Quindi direi che forse dovremmo smetterla di parlare di ambizioni. È uno stato con armi nucleari. Quindi dobbiamo cercare di fare un passo indietro. Dobbiamo cercare di renderlo il più stabile possibile".

Ma il presidente degli Stati Uniti ha dimostrato che gli piace fare le cose da solo, e non attraverso organizzazioni internazionali come la vostra. Pensa che veda il valore che avrebbe la vostra agenzia in Corea del Nord? O pensa che vorrebbe mandarci ispettori americani?

"Credo che se ci sarà un accordo con la Corea del Nord, sono sicuro, sono convinto che quest'agenzia avrà un ruolo indispensabile".

"La possibilità di una bomba sporca esiste"

Quanto la preoccupa la possibilità che attori non statali possano riuscire, in futuro, a mettere le mani su armi nucleari?

"È effettivamente preoccupante. La quantità di materiale nucleare - e per materiale nucleare non intendo armi nucleari, intendo uranio, uranio arricchito o anche materiale presente nelle strutture sanitarie in tutto il mondo - sta crescendo, e questo è positivo. Ma naturalmente, questo materiale è una calamita per gruppi, per terroristi che possono avervi accesso, non direi per fabbricare armi nucleari, ma anche solo per provocare un incidente radiologico, una bomba sporca. Tutte queste possibilità esistono".

Journalist • Selene Verri

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