Guaidó: "Non molleremo"

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Di Alberto De Filippis
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Il leader dell'opposizione venezuelana dice: "sempre più militari dalla nostra parte"

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"Ci sono tanti militari che si stanno sommando alle nostre file e saranno sempre di più. Chiedo loro di porsi al lato della costituzione non del mio. Questo sabato andremo a consegnare un semplice documento, un proclama alle forze armate perché lottino assieme a noi per elezioni libere", ha spiegato Juan Guaidó durante una conferenza stampa a Caracas. Sottolineando che "qui nessuno ha parlato di scontro e che sarà realizzata pacificamente altrimenti torneremo indietro". Non molla il presidente del parlamento venezuelano Juan Guaidó nel giorno in cui Donald Trump e Vladimir Putin parlano del paese sudamericano. La situazione è complessa anche per le dichiarazioni del ministro degli esteri spagnolo Josep Borrell che ha affermato come Leopoldo Lopez, leader del partito Voluntad Popular, inseguito da un mandato di cattura della magistratura venezuelana, per violazione dei termini di custodia cautelare e che si era rifugiato nella sede diplomatica spagnola, non sia un rifugiato politico, ma un semplice ospite. Borrell ha detto che limiterà la propaganda politica di Lopez visto che, ha aggiunto, il diplomatico spagnolo, per "chiedere lo status di rifugiato, avrebbe dovuto essere sul suolo spagnolo".

Gli analisti ritengono però che questa affermazione non sia corretta dato che anche il suolo di un'ambasciata all'estero è da considerarsi territorio nazionale di quel paese.

Intanto tutti i dipendnenti pubblici sono stati chiamati a incrociare le braccia dall'opposizione. Obiettivo arrivare in qualche giorno a uno sciopero generale dell'intero settore pubblico che dia la spallata finale a Maduro.

Dal canto suo Leopoldo Lopez non arretra e in un'intervista conferma che l'intervento militare strabiero per abbattere il regime non sia affatto un tabù, ma al contrario fa parte delle opzioni costituzionali in campo.

Il presidente Maduro intanto ha chiamato i suoi sostenitori a una due giorni di dibattito interno per preparare un piano di riforma della rivoluzione chavista che metta a tacere le polemiche interne.

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