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Brexit: May vuole provarci per la quarta volta

Brexit: May vuole provarci per la quarta volta
Diritti d'autore REUTERS/Toby Melville TPX IMAGES OF THE DAY
Diritti d'autore REUTERS/Toby Melville TPX IMAGES OF THE DAY
Di Gioia Salvatori
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Secondo indiscrezioni la prima ministra vorrebbe portare il suo piano al voto del parlamento per la quarta volta

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Migliaia di persone hanno manifestato a Londra venerdì fino a sera, durante quello che doveva essere, e poi non è stato, il giorno di Brexit. Mentre il parlamento ha bocciato per la terza volta il piano della prima ministra Theresa May, hanno chiesto agli eletti di non tradire la volontà del popolo, espressa nel referendum del 2016.

Intanto cosa accadrà è del tutto incerto. Secondo la road map la Gran Bretagna dovrebbe uscire dall'Unione senza un accordo il 12 aprile ma tutto può ancora succedere.

Lunedì una serie di piani alternativi a Brexit no deal saranno allo studio del parlamento e secondo fonti di Downing Street, Theresa May è intenzionata a non mollare: penserebbe a portare il suo piano, che venerdì è stato bocciato con 58 voti di scarto, per la quarta volta in aula al voto.

Cosa deciderà il parlamento britannico?

La palla è ancora nelle mani del parlamento che finora ha respinto in due mozioni l'ipotesi di un'uscita senza accordo e l'ipotesi di revoca di Brexit, ma ha anche respinto tre volte l'unico piano per una Brexit ordinata, quello concordato da Theresa May a Bruxelles.

Il leader dell'opposizione Jeremy Corbyn chiede che May si dimetta subito e che si vada a elezioni politiche e anche le pressioni dei conservatori aumentano, chiedono a May di fare un passo indietro.

Il Dup, il partito degli unionisti dell'Irlanda del Nord, insiste che non approverà il piano di May.

L'Unione europea

Intanto le istituzioni europee hanno comunicato di essere pronte allo scenario che ora si profila salvo probabili richieste di rinvio di Brexit per salvare l'economia britannica dal no deal, e cio`è l'uscita il 12 aprile. Un consiglio europeo straordinario è stato convocato il 10 aprile ma la palla è ancora nel campo del parlamento britannico, che lunedì darà un primo segnale votando, a quanto pare, su una serie di mozioni sugli scenari futuri.

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