Per la prima volta nell'isola caraibica, gli elettori potrebbero esprimere il proprio dissenso alla riforma sulla Legge fondamentale voluta dal governo. A scendere in campo anche Raúl Castro, segretario del Pcc
Un voto che va oltre la riforma costituzionale
A qualche ora dal referendum sulla riforma della Costituzione a Cuba, di fronte alla possibilità di un voto massiccio di dissenso da parte dei cubani, scende in campo lo stesso Raùl Castro, primo segretario del partito comunista di Cuba, per chiedere di votare a favore.
La società cubana sembra spaccata in due di fronte ai cambiamenti, per quanto minimi, introdotti dalla riforma che mantiene inalterato il sistema del partito unico.
Lei, Niurkys Hernandez, è sicura su come votare:
"Voterò sì, per aiutare il presidente Diaz Canel, perché il momento che attraversiamo non è facile. È in questi momenti che dobbiamo farci sentire noi che sosteniamo Castro".
Invece Luis la pensa in modo diametralmente opposto: "Assolutamente no! Non esiste, non risolve alcunché, sia che voti sì sia che voti no. Il voto è solo una farsa".
Il contenuto della riforma
Tra le novità introdotte dalla riforma quella del mandato presidenziale che prevede due incarichi consecutivi della durata di 5 anni, la riforma introduce la proprietà privata, anche se resta un forte controllo governo centrale.
È stabilito infatti che regolamenti statali determineranno, secondo i singoli casi,quanti beni si possano accumulare. Il Partito comunista si riserva peraltro il controllo sulle attività economiche private e riaccende la questione con i cuentapropistas, i lavoratori autonomi che oggi sono quasi 600.000 e rappresentano uno dei settori più attivi e redditizi dell’economia nazionale.
Dalla riforma sparisce invece qualsiasi rifermento ai matrimoni gay.
Si ribadisce invece che la pianificazione centrale e la statalizzazione delle aziende restano i pilastri dell'economia cubana e il principale obiettivo di Cuba resta l’avanzamento verso la società comunista, viene inoltre confermato che comunismo è una aranzia per il raggiungimento della piena dignità per l’essere umano.