Wiert Duk: il risultato delle elezioni nei Paesi Bassi potrebbe rappresentare uno stop ai movimenti populisti

Wiert Duk: il risultato delle elezioni nei Paesi Bassi potrebbe rappresentare uno stop ai movimenti populisti
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Di Euronews
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Secondo il commentatore politico del quotidiano olandese Algemeen Dagblad, Geert Wilders non ha voluto vincere le elezioni

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Il giorno dopo le elezioni nei Paesi Bassi, l’Europa tira un sospiro di sollievo. A guardare bene i risultati però, non c‘è molto da cantare vittoria, visto che Il partito del premier Mark Rutte ha perso
10 seggi, la sinistra ha subito l’ennesima sconfitta e il partito di Geert Wilders ha praticamente raddoppiato i voti ottenuti. Adesso ci si domanda quali saranno le conseguenze di questo voto.

Il corrispondente di euronews, James Franey ha intervistato Wiert Duk, commentatore politico del quotidiano di Rotterdam Algemeen Dagblad.

Wiert Duk:

Non è stata una battaglia tra Mark Rutte e Geert Wilders. Questo è un Paese di coalizione, dove i partiti, per governare, devono cercare un’alleanza per governare, ed è quello che accadrà ora. Anche se quello di Wilders fosse risultato il primo partito, sarebbe comunque stato escluso dal governo, ed è molto difficile spiegarlo ad altri Paesi. Secondo, naturalmente, qualcosa che gli olandesi, coloro che non hanno votato per Wilders, vorrebbero esprimere è che questo risultato potrebbe rappresentare uno stop alla rivolta populista in Europa. Perché dopo la Brexit e Donald Trump in molti pensavano che questa sarebbe stata la terza tessera del domino del movimento populista. Così invece non è stato. Ma occorre aspettare e vedere, perché in Francia e in Germania la storia è molto diversa.

euronews:

E adesso Geert Wilders?

Wiert Duk:

Per lui si prospetta probabilmente un futuro all’opposizione; la sua campagna elettorale è stata tremenda; è stato invisibile, avrebbe potuto vincere e non l’ha fatto. Dobbiamo chiederci e lui si deve chiedere: vuole davvero governare? Sembra che si accontenti di influenzare il dibattito dalle retrovie, in modo da poterlo fare per molto tempo. Ed è vero che ha influenzato il dibattito perché i partiti tradizionali come i Cristiano Democratici, ma anche i liberali del VVD hanno espresso opinioni più dure su temi come l’immigrazione e l’islam di quanto non facciano abitualmente. Wilders, dunque, ha la propria influenza ma penso che ora sia condannato e che giocherà un ruolo
minore nei prossimi anni.

euronews:

Come spiega la frattura della sinistra olandese? Sembra che il partito labourista sia stato completamente spazzato via dall’ascesa dei Verdi.

Wiert Duk:

I socialdemocratici in Europa sono da lungo tempo in crisi. In realtà nei Paesi Bassi è la fine della crisi: o torneranno tra un paio di anni, oppure semplicemente verranno spazzati via e saranno sostituiti da questo movimento verde composto da giovani millennials di sinistra che hanno in Jesse Klaver un leader molto seducente e piuttosto forte. La sua campagna elettorale è stata davvero ottima.

euronews:

Lei crede che ci potrebbe essere una nuova rivolta populista, ma a sinistra?

Wiert Duk:

Credo che Klaver non sia un populista. Certo, lui è populista e al tempo stesso antipopulista. Usa il metodo e lo stile dei populisti e con questi ha raggiunto ottimi risultati. Quindi, sì, penso che i giovani di sinistra avessero il bisogno di personalità come quella di Jesse Klaver. Lui potrebbe diventare davvero importante.

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