Non si placano in Iran le proteste dopo l’esecuzione in Arabia Saudita dello sceicco sciita al-Nimr. Anche ieri una folla si è radunata sotto la
Non si placano in Iran le proteste dopo l’esecuzione in Arabia Saudita dello sceicco sciita al-Nimr.
Anche ieri una folla si è radunata sotto la sede diplomatica saudita, scandendo slogans contro Ryad.
Nel clima di forte tensione, agli appelli alla moderazione di Stati Uniti, Russia e Unione europea, si aggiunge anche un invito del Segretario generale dell’Onu.
“Si tratta ovviamente di qualcosa che il Segretario generale segue molto da vicino. E credo voglia rivolgersi a tutti i leaders della regione, siano essi leaders politici o religiosi, perché evitino di aggiungere benzina sul fuoco diffondendo dichiarazioni che possano far aumentare la tensione tra i diversi gruppi religiosi dell’area”.
Nessun cedimento da parte di Ryad, che anzi incassa l’appoggio dal Cairo di al-Azhar, massima autorità sunnita.
“L’esecuzione di una sentenza non dovrebbe sollevare tensioni settarie. Il signor al-Nimr era un cittadino saudita. A lui sono stati applicati gli stessi diritti e gli stessi privilegi di qualsiasi persona che si trovi ad essere accusata, gli stessi diritti e privilegi riconosciuti agli altri imputati dello stesso processo”.
Le proteste continuano anche in Iraq, in particolare a Najaf e a Bassora, città maggioritariamente sciite.
Dopo Bahrain, Sudan ed Emirati Arabi Uniti anche il Kuwait si è unito all’Arabia Saudita richiamando il proprio ambasciatore in Iran.