Arabia Saudita, ripresi i riti a Mina dopo la tragedia. Riyad: inchiesta rapida

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Migliaia di pellegrini musulmani hanno ripreso questa mattina il rito della lapidazione di Satana, all’indomani della tragedia costata la vita ad

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Migliaia di pellegrini musulmani hanno ripreso questa mattina il rito della lapidazione di Satana, all’indomani della tragedia costata la vita ad almeno 717 persone a Mina, città santa a cinque chilometri da La Mecca.

La folla è però meno compatta di quanto non fosse giovedì durante la prima giornata della Festa del Sacrificio.

Le autorità saudite hanno promesso un’inchiesta “rapida e trasparente” per accertare le ragioni dell’incidente, in cui sono anche rimaste ferite più di 860 persone.

Il ministro della Salute ha dato la colpa ai pellegrini che ignorano le istruzioni fornite dai responsabili della sicurezza. Ma sulle reti sociali nel mondo arabo c‘è chi afferma che la calca mortale si sarebbe formata a causa dell’arrivo fuori programma del principe ereditario e della conseguente chiusura di una delle strade di accesso al ponte Jamarat.

Dure le critiche da parte di Tehran contro la gestione saudita, dopo la conferma che tra le vittime ci sono almeno 130 iraniani.

L’incidente è il più grave avvenuto durante l’Hajj da 25 anni a questa parte, ma non è affatto un caso isolato, benché il governo di Riyad abbia speso miliardi nel tentativo di garantire la sicurezza dei fedeli durante i giorni del pellegrinaggio.

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