Presidenza ue della Polonia: "Vogliamo l'euro"

Presidenza ue della Polonia: "Vogliamo l'euro"
Di Euronews
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Donald Tusk: Entreremo nella zona euro, quando saremo pronti. Il sosotegno dei polacchi c‘è, sarà forse minore rispetto al passato, ma è comunque sufficiente”.

Alla vigilia della presidenza di turno dell’Unione europea, il premier polacco Donald Tusk si confessa ai microfoni di euronews.

L’euroscetticismo sempre più diffuso, la crisi dell’eurozona, la solidarietà comunitaria,l’adesione all’euro, la politica di sicurezza e esterna dei 27 vista dall’Europa centrale.

-Primo ministro Donald Tusk, grazie per essere qui con noi, il suo Paese prenderà la presidenza di turno dell’Unione, ma è un momento difficile, ci sono problemi. Mi riferisco all’euroscetticismo sempre più evidente.
Come affrontare questo sentimento sempre più esteso in Europa?

“L’Unione europea non è un concetto semplice di questi tempi, deve fare i conti con momenti difficili, ritengo che questo sia il primo compito della presidenza polacca, costruire e consolidare una sorta di fede europea”.

-Ci sono Paesi che vorrebbero diminuire il budget europeo, dicono che si spenda troppo. Cosa ne pensa, è anche questo un esempio di un euroscetticismo crescente?

“ Le autostrade, la tutela del clima, le insfrastrutture in generale, sono investimenti che si fanno grazie al budget europeo. Sono questi investimenti la causa della crisi?
Conosciamo la risposta, no! Mi piacerebbe sottolineare che il bilancio europeo, rispetto a quelli nazionali, negli ultimi anno non è cresciuto, il contrario. Oggigiorno, nessuno chiederebbe un aumento radicale della spesa pubblica. Dobbiamo al contrario ridurla, ma se la vittima dovesse essere la politica comune europea sarebbe il più grande errore che l’Unione potrebbe fare”.
– Non parlo solo della politica di coesione e di bilancio, mi riferisco anche ai paesi che stanno salvando altri Paesi dalla crisi dell’euro. In questo caso non si può parlare di politica di coesione. Che cosa pensa delle critiche di coloro che ritengono di pagare troppo per gli altri?

“Non farei differenze tra le tasse pagate per esempio dai tedeschi e dai greci. Abbiamo tutti gli stessi doveri, dovremmo non sprecare soldi pubblici, come è accaduto in alcuni Paesi del sud, allo stesso tempo non dobbiamo porvare sentimenti di rabbia verso l’Unione, perché comunque i paesi ricchi traggono grande vantaggio dal mercato comune.

-Prima o poi la Polonia aderirà alla zona euro. Ma i polacchi non sembrano aver voglia di adottare la divisa unica. Qual‘è l’avviso del suo governo?

“Abbiamo preso la decisione tempo fa e si tratta per noi di una questione molto seria. L’adesione all’Unione, la firma dei trattati prelude all’adesione alla zona euro. Vogliamo adottare l’euro quanto prima.
La verità è che l’entusiasmo di alcuni per l’euro è diminuito ma questo è dovuto alla crisi economica dell’eurozona e non a un cambiamento della nostra politica”.

– Sta giustificando la paura dei suoi cittadini dicendo che è dovuta all’approccio che alcuni stati membri hanno nei confronti della divisa unica?

“In Polonia faremo quello che bisogna fare per aderire alla zona euro, gli umori sono umori, ma poi la decisine finale sarà presa su criteri concreti

La divisa unica comunque è impopolare in Polonia, o no? I polacchi vedono come vanno le cose nell’eurozona!

“No, no, noi abbiamo sempre sottolineato che la decisione verrà presa una volta che la Polonia risponderà pienamente ai critieri di Maastricht . Alcuni sostengono che la Polonia, vista la sua buona situazione economico-finanziaria potrebbe entrare nella zona euro prima del previsto e lo potrebbe fare in modo assolutamente responsabile. La Polonia risponderà ai criteri di Maastricht e a quel punto prenderemo la decisione. Mi creda, se l’entusiasmo è minore rispetto a prima, resta comunque sufficiente!”.

-Molti problemi per la politica estera e di sicurezza comune sono arrivati dal medio oriente, con la primavera araba. L’Unione europea non è stata in grado di esprimere una posizione comune. Cosa ne pensa?

“Nell’incontro di Parigi, quando si decise l’intervento europeo, mi sono chiesto: sono reali e quanto reali le differenze tra gli stati europei? Non penso che la situazione sia così grave come appare all’esterno”.

-Mi scusi ma i tedeschi non volevano una guerra, come i britannici e i francesi, che hanno voluto fortemente l’attacco.
E gli italiani? Nessuno capiva cosa veramente volessero gli italiani , anche se era evidente che non fossero contenti. È un grande problema per l’Unione europea. L’Unione non è stata capace di esprimere una posizione unitaria a causa delle divisioni tra gli Stati membri.

“Francesi e britanni ci sono in prima linea sul fronte militare ma ci sono anche altri stati membri. Per questo ritengo che il comportamento dell’Unione europea sia stato positivo, considerate anche le esperienze precedenti.
Dobbiamo considerare che non abbiamo regole militari e amministrative comuni. In futuro la politica di sicurezza europea dovrà essere organizzata meglio e meglio integrata.
Non avremo così più discussioni di questo tipo e dibattiti su come e quanto debba contribuire un Paese”.

– Che cosa pensa della politica europea nei confronti della Russia? È coerente? O la Russia è un altro tema che divide i Paesi europei?

“La nostra conversazione si svolge proprio mentre a Bruxelles sono in dirittura d’arrivo i negoziati per permettere ai cittadini russi di entrare e uscire dall’enclave di Kaliningrado senza bisogno del visto. È stata un’iniziativa polacca, si tratta di un passo in avanti verso la normalizzazione dellelrelazioni tra polacchi e russi. Credo che la Polonia, con la sua esperienza e grazie all’approccio del mio governo, che sta cercando di costruire delel buone relazioni con la Russia, grazie a tutto questo sia sulla buona strada verso una politica coerente e che non comporti cambiamenti radicali nei confronti della Russia”

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