Alcune multinazionali assumeranno migliaia di rifugiati in tutta Europa

The Amazon logo is seen at the Vivatech show in Paris in Paris, France, Wednesday, June 14, 2023.
The Amazon logo is seen at the Vivatech show in Paris in Paris, France, Wednesday, June 14, 2023. Diritti d'autore AP Photo
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Oltre 40 grandi aziende si sono impegnate ad assumere e formare migliaia di rifugiati nei prossimi tre anni

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Sono più di 40 le grandi aziende cha hanno dato la propria disponibilità per assumere e formare oltre 250.000 rifugiati nel corso dei prossimi tre anni.

Le compagnie forniranno lavoro e formazione a migliaia di ucraini nei prossimi tre anni: è l’ambizioso obiettivo di alcune tra le più importanti, come annunciato alla vigilia della Giornata mondiale del rifugiato in occasione del Tent European Business Summit.

Secondo la Tent Partnership for Refugees, la rete che ha organizzato il summit, l’iniziative rappresenta "la più significativa serie di impegni imprenditoriali mai assunti per promuovere l'integrazione economica dei rifugiati".

Tra i principali marchi che aderiscono alla campagna figurano Adidas, Accenture, Amazon, Hilton, PepsiCo e Starbucks. Tutti si sono impegnati ad assumere direttamente più di 13.000 rifugiati e a formarne più di 86.000.

La sola Amazon ha in programma di assumere almeno 5.000 rifugiati, mentre aziende come Accenture, Indeed e Microsoft si sono impegnate a formarne circa 40.000.

"In termini di occupazione, li aiutiamo con le spese legali, la consulenza, il tutoraggio, i programmi di formazione, l'aggiornamento, la lingua, la corretta pronuncia: insomma tutto ciò che possiamo", ha dichiarato J. Ofori Agboka, responsabile delle risorse umane di Amazon per le operazioni a livello mondiale.

"Siamo orgogliosi dell'impegno che abbiamo preso oggi, che riflette il costante impegno di Amazon a sostenere i rifugiati a livello globale", ha proseguito Agboka: "Il nostro obiettivo è trovare loro non solo un impiego significativo, ma anche un lavoro che permetta loro di continuare a prosperare e di continuare a dare valore aggiunto alla nostra azienda".

Anche ManpowerGroup e Randstad, alcune delle più grandi agenzie di collocamento del mondo, si sono impegnate a trovare un impiego a circa 152.000 rifugiati.

L’iniziativa giunge nel momento in cui l'Europa si trova ad affrontare la più grande crisi di rifugiati dalla Seconda guerra mondiale: infatti, da quando la Russia ha lanciato un'invasione su larga scala dell'Ucraina nel febbraio 2022, milioni di persone sono state costrette a fuggire dalle loro case.

Nel periodo immediatamente successivo all'invasione, l'Europa ha fornito "un'incredibile ondata di sostegno che si è concentrata sull'assistenza umanitaria immediata per tutti gli ucraini sotto forma di riparo, cibo e supporto medico".

Lo ha affermato Gideon Maltz, CEO della Tent Partnership for Refugees, che ha poi aggiunto che però c'è una seconda fase in cui i rifugiati ucraini in Europa "cercano, e spesso lottano, per trovare un'occupazione".

Ricominciare da capo

Una di questi rifugiati è Daria Sedihi-Volchenko, nata e cresciuta a Kiev. Ha lasciato l'Ucraina dopo che Kyiv è stata invasa dai russi.

"Mi sono svegliata con il rumore delle bombe. Ero così spaventata. Ero terrorizzata, per la nazione ucraina, per la mia stessa vita", ha spiegato mentre raccontava ad Euronews la sua esperienza dell'invasione.

All'inizio Sedihi-Volchenko si è nascosta nel suo scantinato lavorando come project manager per il governo ucraino, allo scopo far arrivare le forniture umanitarie al suo Paese.

"Ma la mia vita nel seminterrato era difficile... così ho capito che o saltavo in macchina e cercavo di uscire o, insomma, rimanevo sotto l'occupazione russa", ha detto.

Quando è arrivata in Polonia, aveva un solido background professionale e parlava diverse lingue, tra cui l'inglese e il tedesco: competenze che l'hanno aiutata a ottenere un lavoro presso Amazon Web Services.

In quel periodo Amazon stava lanciando Skills 4U, un nuovo programma gratuito di sviluppo della forza lavoro per aiutare gli ucraini a intraprendere una carriera nel cloud computing. L'azienda cercava un project-manager e Sedihi-Volchenko ha ottenuto il lavoro.

"Ero super ansiosa", ricorda. "Avevo appena perso tutta la mia vita, oltre 15 anni di carriera, e dovevo ricominciare da capo".

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I rifugiati possono "rafforzare la forza lavoro e colmare i vuoti di manodopera".

L'impegno dei marchi e delle agenzie per il personale a fornire posti di lavoro e a formare i rifugiati "aumenterà la forza lavoro delle aziende, colmerà i vuoti di manodopera e darà impulso alle economie europee", ha dichiarato Maltz a Euronews: soprattutto permetterà ai rifugiati stessi di garantirsi "un reddito sostanziale in tutta Europa ogni anno".

Nel 2022, il gruppo Tent ha iniziato a spingere affinché la comunità imprenditoriale statunitense si impegnasse ad assumere oltre 22.000 rifugiati e a formarne più di 13.000 nei prossimi tre anni.

"All'epoca calcolammo che ciò avrebbe generato circa 900 milioni di dollari di reddito per i rifugiati", afferma il Ceo Gideon Maltz.

La cifra esatta dell'impatto economico del Vertice europeo non è ancora disponibile, ma la Tent prevede che "cumulativamente, i risultati dell'impegno [europeo] di quest'anno porteranno più di 2 miliardi di euro nelle tasche dell'Ucraina e di altri rifugiati", ha spiegato Maltz.

Gli sforzi per coinvolgere l'industria privata nell'assunzione di rifugiati "sono stati più impegnativi in Europa che negli Stati Uniti".

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Ma, ha detto, la logica è semplice: quando i rifugiati sono in grado di stare in piedi da soli, "avremmo alleggerito in maniera importante il peso sulle risorse pubbliche e sul governo".

"Non si tratta di discriminare nessuno, ma solo di riconoscere che ci sono molte persone qualificate e competenti che potrebbero essere involontariamente trascurate se dovessero affrontare il normale processo di reclutamento", ha detto Maltz.

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