Gli extraterrestri potrebbero individuarci grazie alle onde radio

Un'immagine captata dal telescopio spaziale James Webb
Un'immagine captata dal telescopio spaziale James Webb Diritti d'autore AP Photo
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Secondo un nuovo studio, la quantità di onde radio provenienti dalla Terra potrebbe rendere il nostro pianeta "percepibile" da eventuali forme di vita extraterrestri

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Se la vita extraterrestre esiste davvero, potrebbe essere in grado di rilevare la presenza di essere viveti sulla Terra grazie ai nostri segnali radio. A rivelarlo è un nuovo studio, condotto da un gruppo di scienziati delle università di Manchester e delle Mauritius, chehanno utilizzato grandi molti di dati per simulare la dispersione di onde radio dalle torri di comunicazione mobile presenti sul nostro pianeta.

L'idea era quella di analizzare il contributo complessivo di tali torri al "quantitativo di dispersione radio" proveniente dalla Terra, ovvero la quantità di radiazioni che viaggiano nello spazio a partire dal globo terrestre, e che può essere teoricamente rilevata nei diversi sistemi solari relativamente vicini al nostro.

Cosa sono i segnali radio e perché si disperdono?

Nel mondo tecnologico moderno, infatti, esistono segnali radio generati da un'infinità di oggetti. Alcuni decenni fa, ad emetterne erano quasi solamente le antenne radio e TV. Ma oggi ci affidiamo ad una molteplicità di strumenti che emettono onde radio: dai WiFi ai cellulari, fino mezzi di comunicazione con gli astronauti inviati nello spazio, solo per citarne alcune.

I segnali radio sono un tipo di onda elettromagnetica. Anche se presentano una frequenza relativamente bassa rispetto, ad esempio, ai raggi gamma, sono comunque in grado di attraversare l'atmosfera terrestre se tale frequenza è sufficientemente alta. Così possono raggiungere la ionosfera (tra i 60 e i mille chilometri di altitudine): a quel punto alcune riescono a proseguire disperdendosi nello spazio, mentre altre vengono assorbite o riflesse e continuano essenzialmente a "rimbalzare" sulla Terra. E da tempo si ipotizza che le onde radio fuoriuscite dall'atmosfera terrestre possano raggiungere altri pianeti.

Come è stato condotto lo studio?

La ricerca completa è stata pubblicata sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society. Nel paper si spiega che gli scienziati hanno creato un modello di dispersione utilizzando i dati pubblicamente disponibili relativi alla telefonia mobile.

La rivista fornisce un resoconto approfondito del lavoro del team, che ha essenzialmente generato modelli che mostrano la "traccia" radio della Terra e potrebbero fornire informazioni su ciò che le civiltà aliene potrebbero rilevare, ad esempio attorno alla Stella di Barnard (a sei anni luce dalla Terra).

Quali sono stati i risultati dello studio?

"Ho sentito molti colleghi affermare che negli ultimi anni la Terra è diventata sempre più "silenziosa" in termini di onde radio, un'affermazione che ho sempre contestato", ha dichiarato in un comunicato il professor Mike Garrett, direttore del Jodrell Bank Centre for Astrophysics dell'università di Manchester e responsabile del team del progetto.

"Sebbene sia vero che oggi abbiamo meno trasmettitori radiotelevisivi potenti - ha aggiunto - la proliferazione dei sistemi di comunicazione mobile in tutto il mondo è enorme. Benché ogni sistema rappresenti singolarmente potenze radio relativamente basse, lo spettro integrato di miliardi di questi dispositivi è sostanziale. Secondo le stime attuali, prima della fine del decennio avremo più di centomila satelliti in orbita attorno alla Terra. Che è già anomalamente luminosa nella parte radio dello spettro; se la tendenza continuasse, potremmo diventare facilmente rilevabili da qualsiasi civiltà avanzata dotata della giusta tecnologia".

In sostanza, al momento solo le forme di vita con un'intelligenza superiore alla nostra potrebbero sintonizzarsi sulle nostre onde radio. Ma se continuiamo a installare sulla Terra sistemi a banda larga più potenti, la probabilità che altri esseri possano "captare" la vita umana potrebbe aumentare.

"Credo che sia molto probabile che là fuori ci siano civiltà avanzate e che alcune di esse siano in grado di osservare la dispersione radio prodotta dall'uomo e proveniente dal pianeta Terra", ha concluso Nalini Heeralall-Issur, professoressa associata all'università di Mauritius.

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