Le richieste degli agricoltori: "Bisogna superare il pregiudizio nei confronti dell'Ucraina"

Taras Kachka, vice ministro dell'Economia e rappresentante commerciale dell'Ucraina, parla a Euronews il 4 marzo 2024.
Taras Kachka, vice ministro dell'Economia e rappresentante commerciale dell'Ucraina, parla a Euronews il 4 marzo 2024. Diritti d'autore LUSA
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Di Shona MurrayMared Gwyn Jones
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

"Bisogna bilanciare le richieste degli agricoltori con tutte le altre esigenze" ha detto Taras Kachka, rappresentante commerciale ucraino, che ha aggiunto: "Togliere i blocchi al confine con la Polonia"

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In un'intervista rilasciata lunedì a Euronews, il rappresentante commerciale dell'Ucraina, Taras Kachka - che ricopre anche la carica di vice ministro dell'Economia di Kiev - ha dichiarato che il suo governo è impegnato in un "dialogo molto costruttivo" con Varsavia per affrontare la controversia sulle importazioni di grano.
Kachka ha però messo in guardia: "L'Ucraina non deve diventare un capro espiatorio per problemi più ampi nel settore agricolo".

Il rappresentante commerciale ucraino ha anche affermato che, mentre si entra in un periodo di proteste diffuse, l'Unioe europea deve mantenere il suo approccio razionale per la risoluzione dei problemi, senza cedere alle "emozioni" e alle pressioni politiche.

"Si riapra il confine bloccato dagli agricoltori polacchi"

"Per noi è importante separare la questione del confine da quella delle rivendicazioni degli agricoltori", ha spiegato Kachka, aggiungendo che il blocco dei punti di passaggio alla frontiera da parte degli agricoltori polacchi potrebbe impedire l'importazione di forniture critiche, tra cui medicine e carburante.

"Per questo vogliamo che il confine sia sbloccato e per questo diciamo che siamo assolutamente seri riguardo alle richieste degli agricoltori polacchi. Vogliamo avere un dialogo su ogni particolare richiesta per ogni particolare prodotto. Analizzarla e affrontarla, se necessario, con misure di controllo", ha aggiunto.

"Ma abbiamo bisogno che il confine sia sbloccato perché è una questione di sopravvivenza per l'Ucraina", ha detto.

La controversia sulle esportazioni ucraine

L'annosa disputa sulle importazioni agroalimentari ucraine, che secondo gli agricoltori polacchi inondano i loro mercati e deprimono i prezzi, si è intensificata nelle ultime settimane con proteste in città e regioni della Polonia.

I tentativi di mediazione dell'Ue - con un accordo temporaneo che permette ai cereali ucraini di transitare nei Paesi vicini senza rimanere in quei mercati - sono stati vanificati dai divieti unilaterali di Polonia, Ungheria e Slovacchia su alcune importazioni agroalimentari ucraine.

Il malcontento, che serpeggia tra gli agricoltori dell'est europeo, ha anche sollevato il timore che la solidarietà dell'Ue nei confronti dell'Ucraina possa essere compromessa in un momento in cui Kiev fa grande affidamento sui suoi sostenitori occidentali.

Il problema deve essere "razionalizzato"

Kachka ha affermato che le lamentele del settore agricolo devono essere razionalizzate in base alla realtà dei flussi commerciali.

Le esportazioni dall'Ucraina alla Polonia sono state pari a 1,6 miliardi di dollari (1,5 miliardi di euro) nel primo trimestre del 2023, mentre le importazioni dalla Polonia all'Ucraina sono state pari a 106 miliardi di dollari (97 miliardi di euro), dieci volte di più.

Ha affermato che gli agricoltori a volte si concentrano su prodotti ucraini che non necessariamente danneggiano i loro mercati, come il pollame, di cui l'Ucraina è un importatore netto.

"Esportiamo in Polonia solo 4.000 tonnellate (di pollame) e acquistiamo dalla Polonia 40.000 tonnellate di pollame, quindi siamo un importatore netto - ha spiegato - ma questo paradosso è nelle statistiche, non nella testa degli agricoltori che credono che l'Ucraina sia una fonte di problemi per l'agricoltura polacca".

Grano russo: "Intervenire con misure commerciali"

Kachka ha inoltre sottolineato che le importazioni Ue di cereali dalla Russia e dalla Bielorussia - in particolare di grano - sono aumentate dal 2022. Secondo recenti dati Eurostat, la Polonia avrebbe importato circa 12.700 tonnellate di grano russo nel 2023, rispetto alle 6.100 tonnellate del 2022.

"Gli agricoltori polacchi sono in concorrenza con il grano russo sui mercati degli altri Stati membri dell'Unione europea e questo è il problema principale", ha detto Kachka. "Il governo polacco condivide la nostra opinione che le importazioni agricole russe dovrebbero essere vietate. Quindi, se è problematico dal punto di vista delle sanzioni, si dovrebbe intervenire con misure commerciali", ha spiegato.

L'ondata emotiva sulla questione agricola

Kachka ha anche invitato l'Unione europea a non abbandonare la ragione mentre subisce l'immensa pressione degli agricoltori: "Abbiamo una nuova era politica nell'Ue, con molte proteste e tanta emotività. È una novità che dobbiamo imparare ad affrontare, sia all'interno dell'Ue che per l'Ucraina, perché avrà un impatto sul nostro processo di adesione".

Gli Stati membri dell'Ue hanno dato il via libera all'apertura dei colloqui di adesione con l'Ucraina e la vicina Moldavia lo scorso dicembre, in un atto di sfida contro l'aggressione della Russia nel versante orientale dell'Europa.

Green Deal, bilanciare gli interessi

Il rappresentante ucraino ha chiesto lo stesso approccio basato sulla ragione nell'approccio dell'Ue al Green Deal, il pacchetto di leggi del blocco, volto a contenere il cambiamento climatico e l'aumento delle temperature globali. Le misure sono state oggetto delle proteste degli agricoltori nelle ultime settimane, con il timore che il prossimo esecutivo dell'Ue, dopo le elezioni europee di giugno, possa fare marcia indietro sugli impegni verdi.

"L'agricoltura dovrebbe far parte dell'agenda sul clima. Dovrebbero esserci degli aggiustamenti, invece di fare marcia indietro come richiesto dagli agricoltori (...) gli interessi degli agricoltori possono essere bilanciati", ha concluso, aggiungendo che il settore agricolo ucraino è ben preparato ad adattarsi all'agenda climatica dell'Ue.

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