Stato di diritto: il Parlamento europeo accusa la Grecia

I membri del Parlamento europeo hanno espresso allarme per il deterioramento dello stato di diritto in Grecia.
I membri del Parlamento europeo hanno espresso allarme per il deterioramento dello stato di diritto in Grecia. Diritti d'autore Markus Schreiber/Copyright 2023 The AP. All rights reserved
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Una risoluzione approvata dal Parlamento europeo critica il "preoccupante" declino dello Stato di diritto in Grecia, puntando il dito contro il primo ministro Kyriakos Mitsotakis

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La risoluzione, non vincolante, elenca una serie di preoccupazioni sullo stato attuale della democrazia greca, tra cui le intidimidazioni ai giornalisti, le violazioni della privacy, le intercettazioni degli oppositori politici, l'uso eccessivo della forza di polizia, i conflitti di interesse, la presunta corruzione, le campagne diffamatorie contro la società civile e i respingimenti "sistematici" dei migranti.

In particolare, i deputati chiedono alla Commissione europea di valutare se le violazioni dei diritti fondamentali siano abbastanza gravi da meritare la revisione, e l'eventuale sospensione, dei fondi comunitari assegnati alla Grecia.

"Il Parlamento dovrebbe fare più attenzione quando grida "al lupo" sulle questioni dello Stato di diritto".
Anna-Michelle Asimakopoulou
Eurodeputata del Partito popolare europeo

Spionaggio e intimidazioni

Alcune delle accuse, come quella che i deputati descrivono come "strumentalizzazione" di ragioni di sicurezza nazionale per giustificare l'uso di software spia, coinvolgono direttamente Kyriakos Mitsotakis, che ricopre il ruolo di primo ministro dal 2019.

Mitsotakis, che guida il partito di centro-destra Nea Demokratia, è stato molto criticato da organizzazioni per i diritti umani e difensori della libertà di stampa. La Grecia è il Paese dell'Ue con il punteggio più basso nell'Indice mondiale della libertà di stampa curato da Reporter senza frontiere: 55,2 punti, molto meno di Ungheria (62,96), Bulgaria (62,98) e Polonia (67,66).

Una delle ragioni è lo scandalo del 2022 noto come "Predatorgate", in cui oppositori politici e giornalisti sono stati sottoposti a una prolungata sorveglianza elettronica. Lo scandalo ha esposto Mitsotakis, che controlla personalmente il servizio di intelligence nazionale greco, alle critiche internazionali, ma senza che la sua posizione politica ne abbia realmente risentito.

Nella loro risoluzione, i deputati denunciano a lungo l'uso "illecito" del software di spionaggio, chiedono un'indagine "senza ostacoli" e sollecitano modifiche legislative per invertire la tendenza.

"Se sei un bravo ragazzo o una brava ragazza, come Mitsotakis o Meloni, poi ti lasciano in pace, puoi fare quello che vuoi a casa tua"
Sophie in 't Veld
Eurodeputata di Renew Europe

Scontro politico

La risoluzione è stata promossa dai gruppi di centro-sinsitra dell'Eurocamera: Socialisti e democratici, Renew Europe, Verdi/Ale e La Sinistra e ha visto 330 voti a favore e 254 contrari.

Il Partito popolare europeo, a cui appartiene Nea Demokratia, ha cercato di respingere la risoluzione presentandone un'altra che evita le questioni più controverse e sottolinea invece i progressi legislativi compiuti da Atene.

"Il popolo greco non crede a questa storia, sappiamo che la Grecia è una democrazia. Sì, abbiamo dei problemi, proprio come tutti gli altri Stati membri,  ma li stiamo affrontando", ha dichiarato a Euronews Anna-Michelle Asimakopoulou, eurodeputata greca del Ppe. "Il Parlamento dovrebbe fare più attenzione quando grida "al lupo" sulle questioni dello Stato di diritto".

Il tentativo del PPE di difendere uno dei suoi rappresentanti di più alto profilo non è riuscito, poiché i progressisti hanno serrato i ranghi per approvare la versione più critica della risoluzione.

Sophie in 't Veld, europarlamentare liberale olandese, ha accusato i leader dell'Unione di applicare due pesi e due misure: da un lato, proteggono Mitsotakis e la presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni e, dall'altro, su questioni simili, attaccano l'ungherese Viktor Orbán.

"Se sei un bravo ragazzo o una brava ragazza, come Mitsotakis o Meloni, poi ti lasciano in pace, puoi fare quello che vuoi a casa tua. Puoi attaccare e minare lo Stato di diritto quanto vuoi. La Commissione europea e il Consiglio europeo non diranno nulla. Se invece sei un piantagrane come Orbán, diventeranno molto più critici e non lo tollereranno più".

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