L'Ue si congratula per l'esito delle elezioni a Taiwan. Ma con cautela

Taiwan ha tenuto le elezioni presidenziali e legislative sotto l'occhio vigile di Pechino, Washington e Bruxelles.
Taiwan ha tenuto le elezioni presidenziali e legislative sotto l'occhio vigile di Pechino, Washington e Bruxelles. Diritti d'autore Louise Delmotte/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
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Di Stefan GrobeJorge Liboreiro
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Nelle dichiarazioni dei leader occidentali il nome del vincitore non viene quasi mai menzionato, ma le relazioni con l'Unione si sono sempre più intensificate

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L'elezione di Lai Ching-te alle elezioni presidenziali che si sono tenute a Taiwan è una buona notizia per l'Unione europea. La disponibilità del nuovo leader di Stato ad approfondire i legami con i "partner democratici" più vicini nel mondo ben si adatta agli interessi comuni che le due economie condividono e alle relazioni che coltivano da tempo.

"Nei prossimi quattro anni sarà ancora più importante non solo migliorare le relazioni bilaterali, ma anche dire a Pechino che deve rispettare l'ordine internazionale e rispettare il risultato del processo democratico di Taiwan", ha dichiarato in un'intervista l'inviato della Rappresentanza permanente di Taiwan presso l'Unione europea Roy Lee. "L'acquiescenza non fa che incoraggiare Pechino a inasprire la situazione", ha spiegato ai microfoni di Euronews.

Lai Ching-te, che appartiene al Partito Democratico Progressista (Dpp), una formazione di centro-sinistra, ha vinto con oltre il 40% dei voti, ma per la prima volta nella storia del Paese nel quale si rifugiarono gli sconfitti della guerra civile cinese nel 1949, nessun partito ha ottenuto la maggioranza assoluta nelle elezioni parlamentari che si sono svolte contestualmente. Il Kuomitang, l'altro principale partito in corsa per le due competizioni, ha ottenuto un seggio in più del Dpp.

La campagna elettorale ha toccato diversi temi, ma si è concentrata soprattutto sulla difesa del Paese alla luce delle recenti tensioni con la Cina nel mar di Taiwan. Il Kuomintang è tradizionalmente scettico sull'indipendenza di Taiwan ed è a favore di un avvicinamento a Pechino che sia compatibile con il principio "una sola Cina" che il governo cinese rivendica. Il Dpp, rifiuta questa visione e sostiene le aspirazioni di gran parte della popolazione taiwanese di poter autodeterminarsi. Si esprime con scetticismo però sulla necessità di una dichiarazione formale di indipendenza dalla Cina, pur difendendo lo status quo.

La vittoria di Lai è stata immediatamente criticata da Pechino, che considera Taiwan una sua provincia e parla della riunificazione alla Cina come una "inevitabilità storica". Il Ministero degli Esteri cinese ha criticato anche la reazione positiva di molti leader occidentali dopo l'elezione di Lai, considerandola un'interferenza negli "affari interni" di un territorio che considera una sua provincia.

La Commissione europea, tramite una portavoce, ha detto di essere interessata "a sviluppare le relazioni con Taiwan e di sostenere i valori condivisi alla base di un sistema basato sui principi democratici". La cooperazione nel campo dei diritti umani, del commercio, della connettività, dell'occupazione e della lotta alla disinformazione tra l'Unione europea e Taiwan è diventata sempre più stretta.

Dopo le elezioni ci si aspetta da Lai una politica estera analoga a quella del suo predecessore Tsai Ing-wen, che ha cercato di rafforzare le relazioni con le democrazie occidentali nonostante i ripetuti avvertimenti di Pechino. Negli otto anni di governo di Tsai, il numero delle visite a Taiwan da parte dei rappresentanti dei governi stranieri è cresciuto. Nessun governo europeo riconosce formalmente Taiwan come Stato libero e sovrano, ma le visite ufficiali di ministri e delegazioni parlamentari sono una dimostrazione della rottura con il passato.

Anche il Parlamento europeo è diventato più esplicito nella sua posizione a favore di Taiwan, dopo che le relazioni tra l'Ue e la Cina sono entrate in una situazione di stallo dall'inizio della pandemia Covid-19 anche a causa della mancanza di trasparenza nell'origine dell'epidemia. La Cina ha imposto anche misure restrittive a otto parlamentari europei nel marzo 2021.

A più riprese il Parlamento europeo ha chiesto negli ultimi anni a Commissione e Consiglio di adoperarsi per stipulare un accordo formale con Taiwan sugli investimenti.

Sebbene alcuni Stati membri come la Lituania, l'Estonia e la Repubblica Ceca abbiano fatto delle aperture a Taipei, le relazioni con Taiwan rimangono un argomento spinoso "per la paura di irritare la Cina", afferma Mareike Ohlberg, senior fellow del German Marshall Fund. Ad oggi, l'unico Paese europeo che riconosce Taiwan come nazione sovrana è la Città del Vaticano.

"Anche nel congratularsi con Lai Ching-te, i leader occidentali hanno preferito evitare di menzionare il su nome", ha dietto Ohlberg. Ciò che l'Unione può fare, ha aggiunto, è "segnalare al governo cinese che la stabilità dello Stretto di Taiwan è di grande interesse", una via essenziale per il commercio internazionale e la fornitura di semiconduttori.

La convergenza nelle posizioni dei leader occidentali dopo le elezioni mostrano secondo Roy Lee quanto sia importante per l'Ue nella difendere la democrazia di Taiwan e la necessità di preservare la pace nella regione a tutti i costi.

"Il sostegno risoluto dell'Ue sul mantenimento dello status quo diventa ancora più importante perché ci aspettiamo che nei prossimi mesi, se non anni, la Cina diventi ancora più intimidatoria nei confronti di Taiwan", ha detto l'inviato, citando la recente decisione di Nauru (un piccolo Stato dell'Oceania) di tagliare i legami diplomatici con Taiwan a favore della Cina e di fare un passo indietro sul riconoscimento dell'indipendenza di Taiwan.

"Il problema della Cina è che non si preoccupa delle implicazioni del risultato del processo democratico", ha continuato. "Fare scelte unilaterali però ha un costo", ha detto il diplomatico riferendosi alle ricadute interne che potrebbe creare un'escalation della tensione con Taiwan.

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