L'Austria si oppone ancora all'ingresso di Romania e Bulgaria nell'area Schengen

Il ministro degli Interni austriaco Gerhard Karner ha dichiarato martedì che lo Spazio Schengen deve diventare "migliore" prima di diventare "più grande".
Il ministro degli Interni austriaco Gerhard Karner ha dichiarato martedì che lo Spazio Schengen deve diventare "migliore" prima di diventare "più grande". Diritti d'autore Darko Vojinovic/Copyright 2023 The AP. All rights reserved
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Di Jorge LiboreiroVincenzo Genovese
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

L'Austria è ancora fermamente contraria all'adesione all'area Schengen di Romania e Bulgaria, che non avverrà quindi entro il 2023

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Il governo di Vienna ha ribadito la sua posizione nell'ultima riunione dei ministri degli Affari interni a Bruxelles. "Schengen deve diventare migliore e non più grande. Non vedo ancora molti progressi, quindi non riesco a immaginare alcun cambiamento", ha dichiarato Gerhard Karner, ministro dell'Interno austriaco.

"È fondamentale che la Commissione europea investa finalmente in modo massiccio nella protezione delle frontiere esterne"
Gerhard Karner
Ministro dell'Interno dell'Austria

L'opposizione austriaca

Secondo Karner, il numero di controlli alle frontiere che i Paesi europei hanno imposto negli ultimi mesi è una ragione sufficiente per impedire un'ulteriore espansione dell'Area Schengen, che attualmente comprende 27 Paesi: 23 Stati dell'Unione Europea, più Norvegia, Svizzera, Islanda e Liechtenstein, con oltre 423 milioni di cittadini in totale.

In base al Codice frontiere Schengen, i Paesi membri sono autorizzati a istituire controlli temporanei alle frontiere in circostanze eccezionali. Di recente, i governi di Austria, Germania, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Italia e Danimarca hanno utilizzato disposizione per far fronte all'aumento dei flussi migratori irregolari

Nei primi dieci mesi del 2023, l'UE ha registrato quasi 331mila attraversamenti irregolari delle frontiere: il numero più alto per quel periodo dal 2015.

Il governo di Vienna, guidato dal partito popolare austriaco (Övp), difende una posizione rigida in materia di migrazione e ha ventilato la possibilità di stringere un accordo con un Paese extra-Ue per esternalizzare il trattamento delle domande di asilo, in modo simile a quanto fatto dall'Italia con l'Albania.

"È fondamentale che la Commissione europea investa finalmente in modo massiccio nella protezione delle frontiere esterne e prenda provvedimenti per renderle più sicure", ha dichiarato Karner, "Questo, in ultima analisi, renderà il sistema Schengen funzionante".

Un nuovo rinvio

L'assenza di cambiamenti nella posizione dell'Austria ha costretto la Spagna, che detiene la presidenza di turno del Consiglio dell'Ue, a modificare l'ordine del giorno del Consiglio Affari interni.

 In precedenza, la Spagna aveva detto che la riunione del 5 dicembre avrebbe incluso un voto vincolante sulle domande di adesione di Romania e Bulgaria, che attendono di entrare nell'area di libera circolazione dal 2007.

Ma vedendo che era impossibile raggiungere l'unanimità nell'approvazione della richiesta, come già successo nel dicembre dello scorso anno, i funzionari spagnoli hanno optato per un "punto della situazione" senza procedere al voto.

Il ministro dell'Interno di Madrid Fernando Grande-Marlaskaha dichiarato che il suo Paese continuerà a lavorare sull'argomento fino alla fine della presidenza, osservazione che sembra suggerire che le candidature possano essere messe ai voti alla fine del mese. 

"Un'Europa più forte è un'Europa con la Romania e la Bulgaria come membri a pieno titolo dell'area Schengen", ha detto Grande-Marlaska.

Il suo omologo rumeno, Marian-Cătălin Predoiu, ha rifiutato di commentare le "speculazioni" su una votazione straordinaria entro la fine dell'anno, in cui l'Austria potrebbe astenersi per consentire l'adesione. Ma ha dichiarato che sono in corso "intense discussioni" con Vienna per trovare una soluzione diplomatica.

Anche i Paesi Bassi si oppongono all'adesione della Bulgaria per problemi legati allo Stato di diritto: questa posizione è considerata più flessibile di quella austriaca, ma il nuovo governo olandese, che si formerà dopo la** vittoria alle ultime elezioni** del Partito per la libertà di Geert Wilders potrebbe mettersi di traverso.

"Romania e Bulgaria sono pronte a entrare a far parte di Schengen", ha detto la commissaria europea agli Affari interni Ylva Johansson martedì prima di entrare nella riunione. "Continuerò a perseguire l'obiettivo di far prendere questa decisione  quest'anno".

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