Cosa sta facendo l'Ue per prevenire la prossima pandemia?

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Di Aurora Velez
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Abbiamo visitato due istituti di ricerca a Monaco di Baviera e ad Augusta che lavorano per comprendere meglio e affrontare in modo più efficace le malattie infettive

A quasi quattro anni dalla sua comparsa il Covid è ancora tra noi. Il rischio di un'altra pandemia causata da un nuovo virus è concreto: cosa si può fare per prevenirla? Se ne sta occupando un progetto europeo: due istituti di ricerca, ad Augusta e a Monaco, in Germania, si sono dotati di tecnologie all'avanguardia per capire come funzionano i virus.

"Ci sarà di sicuro una nuova pandemia. E molto probabilmente anche questa sarà trasmessa dagli aerosol - dice Claudia Traidl-Hoffmann, direttrice dell'Istituto di Medicina Ambientale dell'Università di Augusta -. Stiamo cercando di istituire delle sentinelle, anche per capire come le particelle virali si disperdono nelle stanze, negli aerei, negli autobus. In caso di pandemia non vogliamo che tutto si fermi, la vita deve continuare".

Secondo l'Oms il Covid ha causato più di 6,9 milioni di morti e infettato più di 771 milioni di persone nel mondo. L'Istituto di Medicina Ambientale (Iem) del Centro Helmholtz, a Monaco, ha acquisito un'apparecchiatura ad alta tecnologia nell'ambito del progetto europeo PerForM-REACT. Il suo obiettivo principale è la diagnosi precoce della progressione della malattia.

L'istituto è dotato di un laboratorio di biosicurezza di livello 3 con serrature di ingresso sigillate, stanze a pressione negativa e un sistema di inattivazione termica dei virus, oltre ad altri strumenti come questo microscopio, utilizzato per studiare i virus a livello molecolare.

"Alcuni gruppi di virus, come i coronavirus o i flavivirus, sono sottoposti a una sorveglianza molto rigorosa - dice Gregor Ebert, responsabile del laboratorio -. Ora abbiamo gli strumenti e anche le piattaforme di comunicazione per essere più preparati a cogliere eventuali campanelli d'allarme".

"Stiamo verificando se la SARS-CoV-2 può infettare diversi tipi di cellule e diverse parti di questi modelli di sistema cellulare in 3D", dice Dan Kaemena, genetista molecolare. I risultati della ricerca sono condivisi con il laboratorio dell'Università di Augusta, che è associato al progetto. Qui si studiano le interazioni tra i diversi virus e l'effetto del cambiamento climatico, del polline e dell'inquinamento sulla loro diffusione.

Il budget del progetto che copre i due studi è di 18,5 milioni di euro. PerForM-REACT è stato interamente finanziato dalla Politica di coesione dell'Unione europea. La ricerca procede spedita. Gli scienziati stanno lavorando con un robot in grado di prevedere la gravità di un'infezione, anche in un paziente positivo ma asintomatico.

"Con questo robot possiamo prevedere il decorso dell'infezione - dice Corinna Holetschech, una dottoranda -. Quindi si spera che in futuro, in caso di positività a un test in un centro di analisi, si possa ottenere questo test predittivo, in modo da essere inviati subito da un medico o all'ospedale per essere monitorati e prevenire un decorso grave".

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