È davvero possibile un'industria audiovisiva a zero emissioni?

In collaborazione con The European Commission
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Di Aurora Velez
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Il progetto europeo Green Screen accompagna i produttori per mano nel cammino verso la sostenibilità. Presto un calcolatore delle emissioni sarà disponibile per misurare la CO2 prodotta sul set

La produzione di un film o di una puntata di un programma televisivo hanno un impatto sull'ambiente. Dai generatori utilizzati per le riprese, al trasporto del materiale e del cast da una scena all'altra, fino al cibo che viene distribuito a chi lavora sul set: anche i contenuti trasmessi sul grande schermo o sulle piattaforme di streaming lasciano la loro "impronta del carbonio".

Esiste un progetto a livello europeo che aiuta i produttori interessati a ridurre le emissioni nocive della loro attività.

A Čertižné, nel Nord-est della Slovacchia, sono in corso le riprese del lungometraggio "Potopa" ("L'alluvione"). Sono coinvolte circa 50 persone, a cui dover assicurare vitto e alloggio. Tutto questo ha un costo anche per l'ambiente.

La Slovak Film Commission), insieme alla società spagnola di aiuto all'imprenditoria Propmálaga, e al Fondo audiovisivo delle Fiandre ha contribuito allo sviluppo di Eureca, una specie di calcolatore che misura le emissioni nocive per ogni ripresa effettuata sul set. È uno strumento disponibile a tutti a costo zero ed è stato creato grazie a Green Screen.

Eureca è un progetto pilota a cui partecipano realtà di otto Paesi (Regno Unito, in Svezia, Belgio, Francia, Romania, Spagna, Polonia e Slovacchia). Ha una dotazione finanziaria di 2,6 milioni di euro composta per l'85% da fondi della politica di coesione dell'Unione europea e per il restante 15% dalle risorse di 8 società audiovisive associate al progetto.

La realizzazione di questo strumento avviene nell'ambito del progetto Green screen, che mette fa entrare in contatto gli operatori dell'industria con le migliori pratiche adatte a una produzione una produzione audiovisiva più sostenibile. Gli incontri di sensibilizzazione iniziano già prima delle riprese.

Il progetto è stato finanziato dalla programmazione 2014-2020 (anche la Gran Bretagna partecipava in quanto membro dell'Unione europea). La partnership è tenuta in attivo ancora da diversi Paesi.

Cambio di mentalità

Zuzana Bieliková della Slovak Film Commission ci ha spiegato che alla base della scelta di questo progetto c'è un cambio di mentalità. Il processo che accompagna a un atteggiamento più sostenibile, ci spiega, può trovare più facilmente la disponibilità dei cineasti, prima ancora che dei politici.

"Cerchiamo di scegliere il treno all'auto o all'aereo, e se spostarsi in macchina è inevitabile allora cerchiamo di farlo in gruppo", racconta Katarína Krnáčová, co-produttrice di Potopa. "Quando contattiamo le aziende di catering cerchiamo di evitare la carne rossa e la carne in generale. Per il materiale invece cerchiamo di utilizzare oggetti e costumi noleggiati o di seconda mano", aggiunge.

Sui set che decidono di aderire alla svolta più sostenibile c'è una nuova figura professionale. Il Green manager si occupa del risparmio energetico. 

Nel caso di Potopa l'uso dei generatori di corrente è ridotto al minimo. Ci si collega direttamente alla rete locale grazie ai cittadini che aderiscono e che accettano al rimborso delle spese energetiche. "Bastano semplici accorgimenti per ridurre l'impronta di carbonio", sottolinea Zuzana.

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