La Tunisia riceverà presto 127 milioni di euro di fondi europei

L'Italia sta lottando per gestire un nuovo afflusso di migranti sull'isola di Lampedusa, la maggior parte dei quali è arrivata dalla Tunisia.
L'Italia sta lottando per gestire un nuovo afflusso di migranti sull'isola di Lampedusa, la maggior parte dei quali è arrivata dalla Tunisia. Diritti d'autore Cecilia Fabiano/LaPresse
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Di Jorge LiboreiroVincenzo Genovese
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

La Commissione europea ha annunciato l'esborso imminente di 127 milioni di euro alla Tunisia. Tra questi, 42 milioni costituiscono la prima tranche del controverso accordo per gestire i flussi migratori siglato lo scorso 16 luglio

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I pagamenti arriveranno in un contesto di crescente pressione politica da parte del governo italiano, che sta lottando per gestire un massiccio afflusso persone migranti a Lampedusa.

Più di 10mila persone sono arrivate dalla Tunisia sull'isola in pochi giorni, provocando una visita d'emergenza della premier Giorgia Meloni e della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen lo scorso 17 settembre.

A Lampedusa, von der Leyen aveva presentato un piano d'azione in dieci punti e  promesso di accelerare l'erogazione dei fondi previsti dal Memorandum d'intesa firmato con la Tunisia il 16 luglio.

I fondi alla Tunisia

I pagamenti appena annunciati dalla Commissione si dividono in due sezioni: 60 milioni di euro per il bilancio del Paese nordafricano e quasi 67 milioni per la gestione dei flussi migratori.

I primi provengono da uno strumento precedentemente destinato alla ripresa post-pandemica e non fanno parte dei 150 milioni di euro di macroassistenza finanziaria promessi nel Memorandum.

I 67 milioni dedicati ai flussi migratori, invece, si dividono a loro volta in due parti

  • 24,7 milioni di euro da uno strumento finanziario adottato nel 2022.
  • 42 milioni di euro dalla dotazione di 105 milioni effettivamente inclusa nel Memorandum of Understanding firmato il 16 luglio, per contrastare la tratta di esseri umani, rafforzare la gestione delle frontiere e accelerare il rimpatrio dei richiedenti asilo la cui domanda è stata respinta.

I soldi saranno suddivisi tra la guardia costiera e la marina tunisina, che riceveranno imbarcazioni per la ricerca e il salvataggio, telecamere termiche, radar e altre attrezzature di sorveglianza.

Una somma non specificata andrà alle organizzazioni di stanza in Tunisia, come l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni e l'Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati.

"I singoli contratti sono in corso di definizione", ha spiegato Ana Pisonero, portavoce della Commissione europea.

"I contratti dell'Ue prevedono sempre clausole standard sui diritti umani"
Ana Pisonero
Portavoce Commissione europea

Preoccupazioni per i diritti umani

Sin dal giorno della sua firma, l'accordo Ue-Tunisia è stato bersaglio di critiche per il rischio di violazione dei diritti umani.

La Tunisia, sotto la guida autoritaria del presidente Kais Saied, è stata ripetutamente accusata di commettere abusi ed espulsioni collettive di migranti subsahariani, alcuni dei quali persino ritrovati abbandonati in mezzo al deserto vicino al confine libico.

I deputati del Parlamento comunitario hanno contestato il Memorandum of Understanding e il Mediatore europeo ha chiesto formalmente alla Commissione di chiarire in che modo garantirà che le autorità tunisine rispettino i diritti fondamentali nelle loro operazioni di contenimento dei flussi.

Diversi Stati membri, inoltre, lamentano di non essere stati coinvolti a sufficienza nei negoziati con la Tunisia, accordo che la Commissione vorrebbe trasformare in un modello da seguire pure con altri Paesi della sponsa Sud del Mar Mediterraneo.

"Con il Memorandum, l'Ue e la Tunisia hanno concordato di cooperare nel pieno rispetto dei principi del diritto internazionale e della dignità dei migranti", ha dichiarato la portavoce della Commissione alla domanda su possibili clausole da rispettare per ricevere il denaro.

"Ora bisognerà firmare i contratti specifici. Ma, in generale, i contratti dell'Ue prevedono sempre clausole standard sui diritti umani".

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