Come evangelici statunitensi e Chiesa ortodossa russa alimentano i sentimenti anti-LGBTQ+ in Europa

Una manifestazione anti-LGBTQ in Kosovo, nel 2017
Una manifestazione anti-LGBTQ in Kosovo, nel 2017 Diritti d'autore AP Photo/Visar Kryeziu
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Di Thibault Spirlet
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Le ingerenze straniere e i crescenti movimenti anti-LGBTQ+ minacciano le prospettive di adesione all'Unione Europea dei Paesi dei Balcani occidentali

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Una rete sempre più ampia di organizzazioni straniere sta versando centinaia di milioni di euro a gruppi che conducono campagne di "guerra culturale" finalizzate a restringere i diritti delle persone LGBTQ+ in Europa. A rivelarlo sono i legislatori europei: in una risoluzione pubblicata all'inizio del mese, il Parlamento europeo ha lanciato l'allarme sulle ingerenze straniere in tutti i processi democratici in Europa, sottolineando come la maggior parte dei finanziamenti stranieri provenga dalla Russia e dagli Stati Uniti.

Si prevede che tale sostegno, insieme alla disinformazione, aumenterà in vista delle elezioni del Parlamento europeo del 2024. Con tecniche sempre più sofisticate. Gli eurodeputati hanno segnalato come siano almeno 50 le organizzazioni che finanziano attualmente attività anti-LGBTQ+, opponendosi a quella che definiscono una "ideologia di genere".

"L'Europa sta assistendo a un numero crescente di movimenti che prendono di mira in particolare la salute sessuale e riproduttiva, i diritti delle donne e le persone LGBTIQ+", si legge nel rapporto del Parlamento europeo. "Tali movimenti diffondono disinformazione al fine di invertire i progressi nei diritti delle donne e nell'uguaglianza di genere. È stato riferito che essi ricevono milioni di euro di finanziamenti stranieri, pubblici o privati, anche dalla Russia e dagli Stati Uniti".

Finanziamenti e modus operandi

Le strategie impiegate da questi attori stranieri sono evolute nel tempo, proprio potendo contare su una crescita del sostegno economico su un'intensificazione delle campagne di disinformazione, hanno avvertito gli osservatori dei diritti umani.

Membri dell'estrema destra statunitense e della Chiesa ortodossa russa, due dei principali attori del movimento anti-LGBTQ+, hanno unito le forze per incrementare il sostegno a soggetti ultra-tradizionalisti presenti in Europa, secondo quanto riferito da fonti che hanno accettato di parlare con Euronews a condizione di mantenere l'anonimato per timore di rappresaglie.

Nell'ultimo decennio, le principali organizzazioni della destra cristiana (solitamente finanziate da privati legati a movimenti estremisti degli Stati Uniti), e gli oligarchi russi hanno creato una rete di agenzie presso le istituzioni che si occupano di diritti umani in tutta Europa, con l'obiettivo di esercitare una pressione lobbista anti-LGBTQ+ ed accedere alle stanze del potere negli Stati membri.

Altre tattiche includono azioni volte a sopprimere, intimidire e mettere a tacere i critici (SLAPPS), anche attraverso attacchi alla reputazione, molestie fisiche, invio di squadre di picchiatori pagate alle marce LGBTQ+ o presso negozi per drag queen, violazione dei dispositivi utilizzati dai giornalisti attraverso il software Pegasus e utilizzo di troll farm che diffondono disinformazione contro gli attivisti.

Il movimento sta così crescendo, con un numero più ampio di organizzazioni anche in altri Paesi, tra cui Turchia, Arabia Saudita e Città del Vaticano, che stanno serrando i ranghi delle loro attività di lobbying e di finanziamento. Tra i loro obiettivi abituali, secondo quanto riferito dalle fonti, ci sono le minoranze in Paesi instabili, nei quali si può sfruttare la polarizzazione per radicalizzare il dibattito politico e alimentare la violenza.

Minare le ragioni dell'adesione all'UE

Il gay pride in Georgia dell'8 luglio è l'ultimo evento LGBTQ+ ad essere stato vittima di ingerenze straniere. Una folla di circa duemila  manifestanti anti-LGBTQ+ del gruppo affiliato a Russia Alt-Info ha preso d'assalto il festival di Tbilisi in un attacco descritto dalla direttrice dell'evento, Mariam Kvaratskhelia, come "pre-pianificato"."Penso che questa azione sia stata premeditata e coordinata tra governo e gruppi radicali. Pensiamo che questa operazione sia stata adottata per sabotare la candidatura della Georgia all'UE", ha dichiarato alla Reuters.

I membri di Alt-Info, un'emittente televisiva ultraconservatrice con stretti legami con la Chiesa ortodossa georgiana, avevano già interrotto il Tbilisi Pride nel 2021. Dalla sua fondazione come piattaforma mediatica conservatrice nel 2019, il gruppo ha cercato di espandere la propria influenza politica creando un partito alternativo sia al Sogno Georgiano al governo che al Movimento Nazionale Unito all'opposizione. Tra i suoi obiettivi dichiarati c'è il perseguimento di relazioni più strette con la Russia.

L'attacco di Alt-Info arriva mentre negli ultimi anni la Georgia sta lavorando con fatica alla richiesta di adesione all'UE, nonostante il forte **sostegno pubblico e politico all'integrazione.**Il percorso dell'ex repubblica sovietica verso la candidatura all'UE è stato rallentato da una politica profondamente polarizzata e dall'eccessiva influenza degli interessi acquisiti nella vita economica, politica e pubblica, oltre che dalla disputa territoriale con la Russia nelle regioni dell'Abkhazia e dell'Ossezia del Sud.

La cancellazione del Pride potrebbe infliggere un ulteriore colpo alle aspirazioni. Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo, ha condannato le "violente interruzioni", affermando che "la retorica anti-LGBTQ, la disinformazione e la violenza non hanno posto in questi dibattiti. Le contro-proteste rappresentano una violazione della libertà di espressione e del diritto di riunione pacifica dell'UE, ha twittato l'ambasciatrice dell'UE per il genere e la diversità.

Divide et impera

La stessa tensione si è manifestata nei Paesi dei Balcani occidentali, dove i leader hanno faticato a percorrere la sottile linea politica e identitaria che separa i movimenti nazionalisti religiosi anti-LGBTQ+ e l'opinione pubblica filo-europea pro-LGBTQ+. Sebbene in questi Paesi sia generalmente alto il sostegno politico e pubblico per l'adesione all'UE, i progressi verso l'adesione hanno segnato il passo nell'ultimo decennio.

E proprio il nazionalismo religioso ha pesato: i leader della chiesa ortodossa serba, della chiesa cattolica e delle autorità islamiche si sono schierati contro i diritti delle persone LGBTQ+ e hanno formato coalizioni con i partiti politici conservatori.

Negli ultimi anni, le azioni anti-LGBTQ+ sono inoltre diventate più violente, con aggressioni fisiche da parte di manifestanti ultranazionalisti ai partecipanti del Bosnia-Erzegovina Pride nel marzo di quest'anno, del Belgrade Pride nel 2022 e dello Zagreb Pride nel 2021.

La controversia relativa al veto che avrebbe riconosciuto le unioni omosessuali in Serbia nel 2021 è solo un altro esempio del crescente ritorno conservatore contro i diritti LGBTQ+ che si sta affermando nei Paesi dei Balcani occidentali.

La punta dell'iceberg

Tuttavia, questa tendenza non è presente solo nei Paesi dei Balcani occidentali. Nel 2021, il Forum parlamentare europeo per i diritti sessuali e riproduttivi (EPF) ha rivelato la concessione di oltre 707,2 milioni di dollari (600 milioni di euro, tra il 2009 e il 2018) di finanziamenti anti-LGBTQ+ da parte di Stati Uniti, Federazione Russa ed Europa, destinati specificamente movimenti che operano nel Vecchio Continente.

L'ampio rapporto, che ha esaminato i casi di 117 finanziatori attivi, ha insistito sul fatto che i risultati sono solo la "punta dell'iceberg", poiché per la metà di essi - 63 - non dispone di dati finanziari esistenti. "Ovviamente ci sono enormi buchi nelle informazioni a disposizione, che in questo momento non siamo in colmare. Quindi 700 milioni di dollari rappresentano davvero la punta dell'iceberg di quanto sia grande questo movimento anti-LGBTQ+", ha dichiarato il segretario dell'EPF Neil Datta.

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Secondo Evelyne Paradis, direttrice dell'associazione ILGA-Europe, gli sforzi del movimento contrario ai diritti LGBTQ+ per polarizzare ulteriormente il discorso pubblico stanno trascinando i governi ad alimentare pregiudizi e odio. "L'uso delle persone LGBTQ+ come capri espiatori è ormai pratica comune tra i pro-democrazia e gli anti", ha dichiarato a Euronews. "Questa crescente polarizzazione non aiuta a rendere il dibattito più sano e tranquillo. Quello che sta accadendo al momento è l'esatto contrario".

Paradis ritiene che i governi pro-democrazia debbano portare avanti i loro programmi progressisti e stare alla larga dagli effetti perversi della polarizzazione finanziata dall'estero. "Siamo tutti in modalità di reazione ed è molto difficile resistere ed essere proattivi. I governi devono superare l'agenda dettata dal movimento anti-LGBTQ+ e continuare a promuovere passi avanti. È qui che la strategia dell'opposizione sta funzionando: sta spingendo tutti in modalità reattiva".

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