La COP28 avrà luogo tra il 30 novembre e il 12 dicembre negli Emirati Arabi Uniti, uno dei maggiori produttori di petrolio e gas al mondo
"Sulla crisi climatica serve un cambiamento di rotta, ma non aspettatevi una svolta così grande".
Adnan Amin - amministratore delegato e numero due della prossima Conferenza delle Parti (COP28) che si terrà a Dubai a fine novembre - non vede all'orizzonte un accordo per l'abolizione dei combustibili fossili, ma ritiene anche che una graduale riduzione sia inevitabile.
Senza il consenso niente accordo sul clima
"Ci sono un numero significativo di Paesi che si oppongono alla transizione progressiva - dice Amin - parte della frustrazione nei confronti della COP deriva dal fatto che la Conferenza funziona per consenso. Basta che un solo Paese dica no e salta l'accordo."
Negli ultimi tempi, di fronte all'attuale crisi energetica e all'inflazione, c'è stato qualche passo indietro, ad esempio nel Regno Unito.
Crisi climatica, gli obiettivi da perseguire
Limitare il riscaldamento globale a 1,5°C è l'accordo raggiunto 8 anni fa alla COP21 di Parigi: un obiettivo difficile da conseguire. E le perplessità crescono anche in relazione al fatto che la sede della COP28 sia negli Emirati Arabi, uno dei maggiori produttori mondiali di petrolio e gas.
Ma anche da Dubai si ribadisce la necessità di ridurre le emissioni del 43% entro il 2030 e correggere la rotta in materia di adattamento, finanza e gestione di danni e perdite.
"Spero che la gente rimanga sorpresa per i risultati che un Paese produttore di petrolio avrà potuto ottenere al vertice sul clima" dice Amin, augurandosi dunque che Dubai possa essere il luogo del cambiamento.
La COP28 avrà luogo tra il 30 novembre e il 12 dicembre negli Emirati Arabi Uniti.