Cop28, la lettera di cento deputati: "Via al-Jaber dalla presidenza"

Il sultano al-Jaber
Il sultano al-Jaber Diritti d'autore Kamran Jebreili/AP
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Di Euronews
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Cento deputati americani ed europei hanno chiesto di rimuovere il sultano al-Jaber, dirigente di un colosso del petrolio, dalla presidenza della prossima Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite

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Un centinaio di deputati del Congresso degli Stati Uniti e del Parlamento europeo ha chiesto martedì il ritiro della nomina del sultano al-Jaber dalla presidenza della ventottesima Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite, la Cop28 che si terrà nel prossimo mese di dicembre a Dubai. 

I deputati hanno espresso "profonda preoccupazione"

"Vi invitiamo ad esercitare pressione sugli Emirati Arabi Uniti - scrivono i parlamentari in una lettera indirizzata al presidente americano Joe Biden, alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e al segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres - affinché la Cop non venga affidata ad al-Jaber". Fatto che, secondo gli stessi deputati, è fonte di "profonda preoccupazione".

Al-Jaber, infatti, non soltanto è ministro dell’Industria e delle Tecnologie negli Emirati Arabi Uniti, ma soprattutto è amministratore delegato della compagnia petrolifera di Stato nella nazione mediorientale, la Abu Dhabi National Oil Company (Adnoc). Il rischio, secondo i cento parlamentari, è che più che spingere per la lotta contro i cambiamenti climatici, il dirigente possa rappresentare gli interessi della lobby delle fonti fossili. "Non possiamo permettere che interessi particolari creino ulteriori ostacoli nella battaglia contro il riscaldamento globale", ha dichiarato su Twitter Sheldon Whitehouse, uno dei senatori statunitensi più impegnati sulle questioni climatiche.

La compagnia presieduta da al-Jaber punta vuole aumentare la produzione di petrolio

Durante le Cop il ruolo della presidenza può infatti risultare decisivo: il raggiungimento di un risultato al termine delle Conferenze è frutto di un certosino lavoro diplomatico, al fine di trovare un compromesso tra le posizioni dei governi di tutto il mondo. Che risultano spesso molto distanti tra di loro.

"La decisione di nominare come presidente della COP28 l'amministratore delegato di una delle più grandi compagnie petrolifere e del gas del mondo, azienda che ha recentemente annunciato di voler aumentare la produzione di petrolio, rischia di minare i negoziati", si legge nella lettera.

Il sultano si difende citando l'impegno sulle fonti rinnovabili

Al-Jaber, parlando all'agenzia AFP, si è difesoricordando di essere anche il fondatore di Masdar, società specializzata nello sviluppo di energie rinnovabili, e ha assicurato che il suo Paese sta lavorando alla transizione energetica da "più di vent'anni". Affermazioni che difficilmente basteranno a rassicurare i cento parlamentari e le organizzazioni non governative, che ha più riprese hanno espresso le loro preoccupazioni.

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