Arte come cura, la storia di Giovanni Casale e dei suoi murales per aiutare il figlio malato

Giovanni Casale e i murales di Valogno
Giovanni Casale e i murales di Valogno Diritti d'autore Savin Mattozzi/Euronews
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Di Savin Mattozzi
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Per celebrare la Giornata Mondiale della Salute Mentale, vi raccontiamo la storia di Giovanni Casale, che ha avuto l'idea di trasformare la sua città natale in un progetto di arteterapia per suo figlio

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L'arte per combattere le malattie mentali. Giovanni Casale è il fondatore di un progetto artistico unico nel suo genere ai piedi della catena montuosa dell'Appennino, in Campania. 

Negli ultimi anni, insieme ai numerosi artisti che ha invitato nel suo villaggio d'adozione, ha trasformato questo luogo un tempo grigio e spopolato in un museo all'aperto. 

La sua ispirazione? Riportare la vita nel villaggio da cui proviene la sua famiglia, ma anche  creare una terapia artistica per suo figlio Pasquale, che soffre di encefalite.

L'encefalite è una malattia che provoca un rigonfiamento del cervello e colpisce soprattutto i bambini piccoli e gli anziani. Le sue cause non sono sempre note, ma possono essere causate da infezioni batteriche, fungine o virali, oltre che da problemi derivanti dal sistema immunitario di una persona.

Un gruppo di turisti americani e napoletani si trova sul lato sterrato di una strada che domina la valle sottostante. Giovanni, un brillante 57enne, è in mezzo alla strada e indossa un cappello a cilindro nero pieghevole e una giacca verde militare. Sta per iniziare il tour del suo villaggio artistico.

C'è chi tra i passanti urla, chi guarda attonito la scena, chi resta impressionato. 

Giovanni Casale and his son Pasquale pose in front of their family home in Valogno
Giovanni Casale and his son Pasquale pose in front of their family home in ValognoSavin Mattozzi/Euronews

Pasquale è stato sottoposto a diversi interventi chirurgici come parte del suo trattamento. Questo ha fatto sì che perdesse alcune delle sue capacità cognitive e la scintilla che, secondo il padre, c'era una volta.

Dopo essersi trasferito a Valogno più di dieci anni fa, Giovanni si è accorto che Pasquale stava lentamente riacquistando un po' della sua vivacità. Ricorda che suo figlio era più stimolato mentalmente non solo dalla natura, ma anche dall'arte che creava.

"Il cervello è grigio", spiega Giovanni. "La parte sinistra del cervello di Pasquale che si era atrofizzata era grigia e noi l'abbiamo colorata con l'arte".

E così Giovanni ha deciso di proseguire con il suo progetto e di trasformare Valogno in un santuario per artisti.

Un museo all'aperto unico nel suo genere

Neighbors give an elderly woman food in a basket attached to a rope called a panaro.
Neighbors give an elderly woman food in a basket attached to a rope called a panaro.Savin Mattozzi/Euronews

Con la crescita del progetto artistico, sono cresciuti anche i suoi effetti.

Valogno si trova a nord della Campania, nell'Italia meridionale. A circa 25 chilometri a sud del paese c'è un'area della regione che negli ultimi decenni è diventata famosa per lo scarico illegale di rifiuti tossici che la gente del posto ha soprannominato "la terra dei fuochi".

La vicinanza di Valogno a questa zona non sfugge a Giovanni. La conservazione ecologica è diventata uno dei punti cardine del suo progetto, che vuole fare di Valogno un esempio di come le città rurali della provincia possano vivere rispettando la natura che le circonda.

"Uno dei nostri obiettivi era trasformare quest'area nella terra degli arcobaleni e non in quella degli incendi".

L'arcobaleno è uno dei principali temi ricorrenti nei dipinti e nei murales del paese, perché Giovanni voleva che rappresentasse il colore che è stato portato nella vita di suo figlio, sia letteralmente che metaforicamente.

L'arte come terapia

Murals line the tiny streets of Valogno in southern Italy
Murals line the tiny streets of Valogno in southern ItalySavin Mattozzi/Eruonews

La dozzina di artisti che hanno partecipato alla trasformazione di Valogno nel luogo che è oggi raccontano le loro storie.

Ci sono murales che ritraggono la prima donna italiana direttrice di un grande giornale, guerriglieri che hanno combattuto contro l'annessione del sud durante il controverso processo di unificazione dell'Italia, simboli che ricordano uno degli artisti residenti di Valogno, Alfredo Troise, le lotte che ha dovuto affrontare con l'avanzare della malattia mentale.

Alfredo, artista napoletano, è affetto dalla sindrome di Tourette. Racconta che quando cresceva si sentiva giudicato dalle persone che lo circondavano, anche da quelle che avrebbero dovuto essergli vicine. 

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Uno dei modi in cui si esprime nella sua arte è la rappresentazione di occhi, che descrive come gli occhi giudicanti di coloro che lo hanno giudicato e maltrattato.

Nonostante le sue dimensioni, Valogno ha avuto un effetto straordinario non solo su Giovanni e la sua famiglia, ma anche su coloro che decidono di vivere e lavorare nel villaggio e su coloro che decidono di visitarlo.

Per alcuni, come Alfredo, l'opportunità di esprimersi attraverso l'arte a Valogno non solo migliora la vita di coloro che lo circondano, ma anche la sua.

"Alcuni dicono che l'arte è una terapia", spiega Alfredo. "Per me l'arte non è solo una terapia. È la cura".

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