L'economia dell'Ue perde slancio tra guerra, inflazione e disastri naturali

Il rapporto intermedio della Commissione europea prevede che l'economia tedesca diminuirà quest'anno a un tasso di -0,4%.
Il rapporto intermedio della Commissione europea prevede che l'economia tedesca diminuirà quest'anno a un tasso di -0,4%. Diritti d'autore Michael Probst/Copyright 2023 The AP. All rights reserved
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Di Jorge LiboreiroVincenzo Genovese
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

La Commissione europea ha rivisto al ribasso le previsioni economiche, affermando che i prezzi elevati di beni e servizi stanno "imponendo un tributo più pesante del previsto".

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L'economia dell'Unione "continua a crescere, anche se con uno slancio ridotto", si legge nelle "Previsioni d'estate", pubblicate lunedì 11 settembre.

Secondo le previsioni, l'Ue nel suo complesso crescerà quest'anno dello 0,8%, in leggero calo rispetto all'1% previsto in primavera. Nel 2024 la crescita si attesterà all'1,4%, contro la precedente previsione dell'1,7%.

Tassi di crescita simili per la zona Euro: 0,8% nel 2023 (rispetto all'1,1% della stima precedente) e 1,3% nel 2024.

"Le molte avversità che la nostra economia ha dovuto affrontare quest'anno hanno provocato una rescita più debole di quanto avevamo previsto"
Paolo Gentiloni
Commissario europeo all'Economia

L'Italia in leggera crescita

Per l'Italia, il prodotto interno lordo dovrebbe crescere dello 0,9% nel 2023 e dello 0,8% nel 2024, in calo di 0,3 punti percentuali rispetto alla stima precedente, mentre l'inflazione sarà al 5.9% nel 2023 e al 2.9% nel 2024.

La crescita economica del Paese - si legge nel capitolo dedicato all'Italia nelle previsioni - ha iniziato a rallentare lo scorso anno, dopo la ripresa post-pandemia che aveva portato il Pil al 7,0% nel 2021 e al 3,7% nel 2022.

Il prodotto interno lordo è diminuito dello 0,4% su base trimestrale nel secondo trimestre del 2023, a causa del calo della domanda interna, in particolare degli investimenti nell’edilizia. A questa tendenza ha contribuito la graduale eliminazione degli incentivi straordinari e temporanei per le ristrutturazioni edilizie decisi durante la pandemia che avevano spinto fortemente l’attività edilizia negli ultimi due anni.

Alcuni indicatori congiunturali, tra cui la produzione industriale, che erano in peggioramento da diversi mesi, si sono stabilizzati durante l’estate, suggerendo un rimbalzo nella seconda metà dell’anno.

La Germania arretra, l'inflazione aumenta

La Germania, prima potenza industriale del blocco, subirà una flessione dello 0,4% quest'anno, un segnale preoccupante che si ripercuoterà sui paesi vicini. La Polonia, ad esempio, registrerà una crescita di appena lo 0,5% nel 2023, dopo il 5,1% del 2022.

L'inflazione tra i Paesi che utilizzano la moneta unica dovrebbe raggiungere il 5,6% nel 2023 e il 2,9% nel 2024 - un dato ancora lontano dall'obiettivo del 2% annuo che la Banca Centrale Europea sta cercando di raggiungere aumentando i tassi di interesse.

La Bce terrà una nuova riunione durante la settimana per decidere su un possibile nuovo rialzo dei tassi di interesse, il decimo da luglio 2022.

Le condizioni monetarie più rigide imposte dalla Bce sono una delle tante ragioni che frenano l'economia dell'UE.

Le previsioni della Commissione indicano come possibili cause l'indebolimento dei consumi, il rallentamento dell'erogazione del credito e la debolezza della produzione industriale, oltre all'incertezza scatenata dalla guerra in Ucraina e ai danni causati dalle catastrofi naturali, tra cui inondazioni e incendi.

La Commissione europea sottolinea come i prezzi elevati abbiano riguardato tutti i settori dell'economia, non solo l'energia, che è stata responsabile dell'inflazione da record dello scorso anno.

"L'inasprimento monetario potrebbe pesare sull'attività economica più del previsto, ma potrebbe anche portare a un calo più rapido dell'inflazione che accelererebbe il ripristino dei redditi reali", si legge nel rapporto. "Per contro, le pressioni sui prezzi potrebbero rivelarsi più persistenti, sollecitando una risposta più forte della politica monetaria".

Tra le notizie positive, il mercato del lavoro dell'Ue, che rimane "eccezionalmente forte", con un tasso di disoccupazione del 5,9% a giugno e un continuo aumento dei salari.

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