La Repubblica Democratica del Congo punta ad attirare nuovi investitori

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Di François Chignac
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Kinshasa ha ospitato la seconda edizione della Conferenza per orientare gli investitori, vagliando i punti di forza e di debolezza del Paese: l'obiettivo è diversificare l'economia, puntando su riforme e maggiore trasparenza, per diventare più appetibile a livello internazionale

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Nel 2023 la valutazione sul potenziale economico della Repubblica Democratica del Congo è stata vista al rialzo. Un incremento di 40 punti base che sottolinea la dinamica positiva del Paese, che ha ospitato la seconda edizione della conferenza per orientare gli investitori, vagliando i punti di forza e di debolezza del Paese. L'anno scorso l'agenzia di rating panafricana Bloomfield aveva assegnato al Paese un punteggio di 5,1. Dodici mesi dopo, il punteggio è salito a 5,5.

"Questa conferenza è un'opportunità di dialogo tra tutte le parti interessate, in primo luogo il settore privato - dice Nicolas Kazadi, ministro delle Finanze della Repubblica Democratica del Congo -. Crediamo che sia anche un'opportunità per gli osservatori esterni, le agenzie di rating, di dare un nuovo sguardo a ciò che stiamo facendo".

La Repubblica Democratica del Congo continua a fare i conti con infrastrutture inadeguate, tasse arbitrarie e insicurezza nella parte orientale del Paese. Un clima che ha scoraggiato alcuni investitori. Negli ultimi anni il governo ha intensificato le riforme e posto l'accento sui risultati macroeconomici, sulla gestione responsabile delle finanze pubbliche e su un sistema finanziario stabile. Tre fattori che contribuiranno ad aumentarne la credibilità agli occhi degli investitori privati.

"In generale, direi che si tratta di un'ottima cosa e di iniziative molto valide - dice Marie Chantal Kaninda, amministratore delegato di Glencore -. Si percepisce il desiderio del governo di fare la cosa giusta". In primo piano anche la questione sociale: la creazione di nuovi posti di lavoro resta una priorità. Il Paese ha vasti giacimenti minerari, ma punta anche a diversificare la sua economia. Se da un lato le banche sostengono queste ambizioni di diversificazione e crescita, dall'altro chiedono una politica efficace che combini trasparenza e tracciabilità.

"La sfida principale è quella della trasparenza, della tracciabilità dei prodotti esportati - dice Gancho Kipulu Baya, responsabile nazionale di Rawbank -. Le banche si stanno inserendo in questo mercato: abbiamo bisogno del sostegno dello Stato, che deve garantire questa trasparenza e tracciabilità per permetterci di ottenere finanziamenti adeguati".

Un nuovo hub finanziario

Frutto della cooperazione turco-congolese, il nuovo centro finanziario di Kinshasa sarà inaugurato a dicembre: 90.000 m2, cinque torri e un centro conferenze. Un investimento di oltre 300 milioni di dollari, con servizi interconnessi che concentreranno diverse operazioni in un unico sito per ottimizzare i servizi del Ministero del Bilancio e del Ministero delle Finanze. L'alleanza tra pubblico e privato sta plasmando la futura architettura finanziaria e urbana della capitale congolese.

"Sarà un hub finanziario e un centro governativo nel cuore del Paese - dice Turhan Mildon, presidente del consiglio di amministrazione di MIlvest -. Ma abbiamo anche un progetto per l'aeroporto di Kinshasa, che sarà l'hub della regione dell'Africa centrale, con una capacità di 8 milioni di passeggeri, e uno dei più grandi terminal cargo di tutta l'Africa continentale. Oltre a questo, posso citare il progetto Arena, una serie di strutture sportive in costruzione. Stiamo formando i lavoratori congolesi. Abbiamo anche un'accademia per questo. Questi investimenti daranno un valore aggiunto al Paese e anche all'ambiente imprenditoriale del Paese".

Un potenziale agricolo da sfruttare meglio

Le sfide rimangono. Con oltre 80 milioni di ettari di terreno coltivabile e condizioni climatiche favorevoli all'agricoltura per tutto l'anno, la produzione del Paese è ancora troppo bassa. Oltre l'80% dei prodotti alimentari di consumo sono importati. Una migliore politica agricola consentirà alla Repubblica Democratica del Congo di guadagnare posizioni sulla scena internazionale e attirare nuovi investitori.

"Abbiamo concesso 40 milioni per costruire strade in campagna, per rifornire la provincia di Kinshasa e consentire agli agricoltori e alle cooperative di trasportare i loro raccolti - dice Safia Ibrahim-Netter, direttrice dell'Agenzia francese per lo sviluppo nel Paese -. Abbiamo anche stanziato 41 milioni per portare l'elettricità a 200.000 persone nella città di Kabinda. Non avremmo potuto fare tutto questo se non ci fosse stato un accordo con l'Fmi. Perché ci fosse un accordo con il Fmi, dovevano esserci delle riforme. Ogni giorno una società francese esprime il desiderio di venire qui".

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