Roma, la ripresa economica passa per Bruxelles e per le elezioni europee

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Di Giorgia Orlandi
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Nel Def presentato ad Aprile il governo italiano ha fissato la stima di crescita del Pil nel 2024 a +1%, superiore a quella fatta dalla Commissione europea. Ma molto resta da fare

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Mai come in questa fase storica l’economia italiana dipende dal rapporto tra Bruxelles e Roma. Le prossime elezioni europee si annunciano decisive vista l’entrata in vigore del nuovo patto di stabilità. E, con il futuro corso alle porte, il ministro dell’Economia Giorgetti, auspica una certa flessibilità da parte della Commissione, che sarà delineata nelle elezioni.

Buona la ripresa post-pandemia in Italia, ma non basta

Secondo i dati forniti dall’Istat, la ripresa economica dell’Italia nel periodo post-pandemia è stata tra le migliori, se confrontata con quella di altri paesi europei. Anche se il fenomeno da solo non basta a risolvere il problema di un’economia ormai ferma da troppo tempo.

"Se consideriamo la prospettiva a medio-lungo termine, guardando indietro agli anni '90 e tenendo conto del fatturato di entrambe le società e i livelli di crescita e produttività del Pil del Paese, ci rendiamo conto che l'indice di crescita dell'Italia è al di sotto della media europea - dice Valentina Meliciani, direttrice del LEAP - Luiss Institute for European Analysis and Policy - Tuttavia, recentemente abbiamo osservato una reazione positiva da parte delle aziende dopo la pandemia, dimostrando la loro capacità di rispondere allo shock. Anche quest'ultimo evento sembra dissolversi".

Le crisi geopolitiche pesano sulla crescita

Nel Def presentato ad Aprile il governo italiano ha fissato la stima di crescita del Pil nel 2024 a +1%, superiore a quella fatta dalla Commissione europea. A pesare sulla crescita sono state anche le crisi geopolitiche.

Sono molte infatti le imprese, come questa che opera nel settore energetico che hanno dovuto affrontare periodi turbolenti.

"In primo luogo, abbiamo sperimentato la pandemia, che ha comportato una riduzione del 20% del nostro fatturato. Siamo riusciti a riprenderci abbastanza bene. Poi, nel 2022, siamo stati colpiti dalla guerra Russia-Ucraina, che ha modificato significativamente le normative del settore e le vendite di prodotti petroliferi. Tuttavia - spiega Giulio Natalizia, Natale Petroli Spa - questo evento ha anche accelerato i cambiamenti nel settore, preparandoci ad affrontare le sfide del mercato globale".

Le proposte di Confindustria

I dirigenti di alcune imprese italiane avranno modo di confrontarsi con i candidati alle prossime elezioni. Al centro dei colloqui anche le proposte di Confindustria, il cui obiettivo è quello di promuovere il rinascimento dell’industria europea.

L’esecutivo spera anche in una ripresa incentivata dagli investimenti legati al Pnrr, anche se per arrivare ad un deficit di bilancio al di sotto del 3% come chiesto dall’Unione europea, gli esperti dicono, serviranno ancora diversi anni.

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