Gaza: Israele nega di aver sparato sui civili, Abbas nomina un nuovo primo ministro

Mahmoud Abbas in compagnia del nuovo primo ministro, Mohammad Mustafa
Mahmoud Abbas in compagnia del nuovo primo ministro, Mohammad Mustafa Diritti d'autore Captura de vídeo de AP
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Di Andrea Barolini
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Il bilancio delle vittime durante la distribuzione di aiuti umanitari nei pressi di Gaza City è salito a venti. Altre 150 persone sono rimaste ferite. Israele nega di aver aperto il fuoco sui civili

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Almeno venti persone sono state uccise e più di 150 sono rimaste ferite in un nuovo attacco nella Striscia contro civili che si trovavano in coda in attesa di ricevere aiuti umanitari. A spiegarlo è stato il ministero della Salute a Gaza, secondo il quale a sparare sono state le truppe israeliane. 

La carneficina è avvenuta nella porzione settentrionale della Striscia di Gaza, ad una rotonda situata alla periferia di Gaza City. Da parte sua, però, Tel Aviv ha negato la ricostruzione e ha fatto sapere che i fatti sono attualmente oggetto di un'indagine:"Le informazioni secondo le quali le forze israeliane avrebbero attaccato decine di civili ad un punto di distribuzione di aiuti sono erronee", ha dichiarato l'esercito in una breve nota.

Mahmoud Abbas nomina un nuovo primo ministro

Intanto, il leader dell'Organizzazione per la liberazione della Palestina, Mahmoud Abbas, ha nominato nella giornata di giovedì 14 marzo un nuovo primo ministro: si tratta di Mohammad Mustafa, uomo d'affari e suo stretto collaboratore. Quest'ultimo ha ora il compito di tentare di formare un nuovo governo, il cui potere è limitato geograficamente alla sola Cisgiordania

Sempre più scomoda la posizione di Washington su Gaza

Secondo alcuni, si tratterebbe di un tentativo - sostenuto anche dagli Stati Uniti - di volgere lo sguardo al dopoguerra. Sempre giovedì, l'amministrazione di Washington ha deciso di imporre sanzioni contro tre coloni israeliani in Cisgiordania, poiché accusati di molestie e aggressioni nei confronti dei palestinesi. Il presidente Joe Biden deve infatti difendersi da una crescente ondata di malcontento per il sostegno politico e militare degli Usa a Israele, con la situazione umanitaria a Gaza che è ormai devastante.

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