Esclusiva tv Euronews, nunzio apostolico a Kiev chiarisce le parole del Papa sulla tregua in Ucraina

Il nunzio apostolico in Ucraina Visvaldas Kulbokas
Il nunzio apostolico in Ucraina Visvaldas Kulbokas Diritti d'autore Morsa, Michela/
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Il monsignor Visvaldas Kulbokas spiega il senso del commento del Pontefice che voleva "incoraggiare tutte le parti a trovare la forma di negoziato più adatta, che rispetti l'Ucraina e le vite umane"

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Lunedì il ministero degli Esteri ucraino ha convocato il nunzio apostolico in Ucraina per esprimere il proprio disappunto sui recenti commenti del Pontefice riguardo la fine della guerra con la Russia.

In un'intervista rilasciata all'emittente svizzera RSI durante lo scorso fine settimana, il Papa ha suggerito che l'Ucraina dovrebbe "mostrare il coraggio di alzare bandiera bianca" e aprire colloqui con la Russia per porre fine al conflitto che dura da due anni, scatenando le polemiche. 

Euronews ha incontrato il nunzio apostolico a Kiev e gli ha chiesto di commentare le parole di Papa Francesco.

"Credo che uno degli aspetti chiave dei commenti del Papa sia già stato chiarito. Il Papa non stava suggerendo la resa. Invece, come ha spiegato il segretario di Stato, il Cardinale Parolin, quando ha usato il termine 'negoziati' il Papa ha sottinteso che tutte le parti dovrebbero essere coinvolte nel processo negoziale. In particolare, dovrebbero essere gli aggressori, in questo caso la Russia, a cessare il fuoco per primi e a creare le condizioni per il negoziato. Inoltre, quando si parla di 'negoziato' inizialmente può sembrare ingenuo, visti gli eventi sfavorevoli degli ultimi anni, in particolare durante l'invasione russa dell'Ucraina. L'invito del Papa mira a trascendere queste esperienze negative e a esplorare approcci alternativi, anche nuovi, per trovare infine la forma di negoziato più adatta, che rispetti l'Ucraina e le vite umane", ha dichiarato il monsignor Visvaldas Kulbokas. 

Ma accanto agli sforzi diplomatici, l'aiuto fornito dalla Chiesa cattolica in Ucraina gioca un ruolo cruciale, sottolinea l'ambasciatore vaticano. 

"Se consideriamo le azioni del Papa, l'ospedale Bambino Gesù di Roma è un caso esemplare. Ha già accolto oltre 2.500 bambini ucraini. Il sostegno fornito va oltre il semplice aiuto umanitario, vengono offerte varie forme di assistenza. Il Papa sta contribuendo attivamente attraverso il cardinale Krajewski, e c'è anche un notevole lavoro intrapreso dalle chiese e dalla Caritas. L'ammontare degli aiuti, stiamo ancora cercando di quantificarlo, perché si tratta di numeri molto elevati", ha commentato Kulbokas.

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