Gaza, il re di Giordania a Israele: "Non si continui la guerra durante il Ramadan"

La guerra a Gaza e la crisi umanitaria
La guerra a Gaza e la crisi umanitaria Diritti d'autore AP Photo/Hatem Ali
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Di Stefania De Michele
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Abdullah ha avvertito che il proseguimento del conflitto a Gaza durante il mese sacro del Ramadan aumenterà il rischio che la guerra si espanda a livello regionale

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Il presidente palestinese Mahmoud Abbas ha incontrato il re di Giordania Abdullah II ad Amman. I leader hanno discusso della guerra in corso tra Israele e Hamas e degli sforzi per raggiungere un cessate il fuoco immediato e permanente.

Abdullah ha avvertito che il proseguimento del conflitto a Gaza durante il mese sacro del Ramadan aumenterà il rischio che la guerra si espanda a livello regionale. Abdullah ha aggiunto che la Giordania continuerà a fornire aiuti umanitari e assistenza medica ai civili nella Striscia.

La dichiarazione diffusa al termine dell'incontro include anche un ammonimento di Abdullah contro l'escalation israeliana in Cisgiordania da parte dei coloni estremisti. Abdullah ha anche sottolineato il suo netto rifiuto nei confronti di qualsiasi tentativo di separare la Cisgiordania dalla Striscia di Gaza.

La guerra non dà tregua a Gaza

ll ministero della Sanità di Gaza ha dichiarato che nelle ultime ore sono stati portati negli ospedali i corpi di 92 palestinesi uccisi dai bombardamenti israeliani. Il bilancio complessivo in quasi cinque mesi di guerra è di 29.606 vittime.

L'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei profughi palestinesi nel vicino oriente, Unrwa, ha dichiarato che a Gaza l'accesso ai beni di prima necessità risulta ogni giorno più difficile. "L'acqua pulita scarseggia. I rifiuti solidi si accumulano. La diffusione di malattie è in aumento", ha scritto l'agenzia delle Nazioni Unite in un post su X. 

Il dramma dei bambini, più neonati nella stessa incubatrice

Sono i bambini a fare ancor più le spese della crisi: fame, malattie, perdita dei familiari. 

Un bambino palestinese di due mesi è morto di stenti nel nord di Gaza, come ha scritto nel post l'Unrwa e secondo quanto riportato dai media locali, che accusano Israele di usare la fame come arma di guerra.

La città di Rafah, lungo il confine con l'Egitto, ospita circa 1,4 milioni di persone, molte delle quali sono fuggite dalla guerra quando l'offensiva israeliana di terra si è concentrata nel nord e nel centro di Gaza. Il gran numero di sfollati sta aumentando la pressione sugli ospedali

All'Emirates Hospital della città, fino a tre o quattro neonati sono costretti a condividere le incubatrici: l'espediente, dettato dalle carenze e dall'enorme carico legati al conflitto, ha portato alla diffusione di malattie tra i più piccoli, come sostiene Amal Ismail, dottoressa che lavora nell'ospedale cittadino. 

L'intervento delle organizzazioni internazionali non riesce a far fronte all'emergenza. A novembre, l'Organizzazione mondiale della sanità ha organizzato l'evacuazione di 31 neonati dall'ospedale Shifa di Gaza City. Ventotto sono stati portati in Egitto e tre sono stati trasferiti all'Emirates Hospital di Rafah. Si tratta di soluzioni tampone che non riescono a dare risposte efficaci alla crisi umanitaria.

Nel frattempo, continuano i negoziatiper raggiungere un accordo che garantisca una pausa dei combattimenti entro l’inizio del Ramadan, il 10 marzo.

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