Nuovi attacchi aerei israeliani contro gli ospedali nella Striscia. Il gabinetto di Netanyahu dichiara che si opporrà al riconoscimento unilaterale dello Stato palestinese. Per il Qatar la liberazione degli ostaggi non può essere legata al cessate il fuoco
Le forze di Israele hanno attaccato ancora le strutture ospedaliere nella Striscia di Gaza. Secondo fonti locali sono più di quaranta i morti nei bombardamenti a Deir Al-Balah e Khan Younis. Il premier Benjamin Netanyahu insiste sulla presa di Rafah, ritenendola fondamentale per la vittoria della guerra contro Hamas.
Il gabinetto di Netanyahu ha approvato all'unanimità una dichiarazione formale in cui afferma di opporsi al "riconoscimento unilaterale" dello Stato palestinese. Israele "rifiuta categoricamente gli editti internazionali su un accordo permanente con i palestinesi".
Bombe sugli ospedali a Gaza
Più di quaranta persone sono state uccise sabato dopo una serie di attacchi aerei nel quartiere di Deir Al-Balah, nella Striscia di Gaza centrale. Fonti palestinesi affermano che le bombe sono cadute nelle vicinanze di un ospedale. L'esercito israeliano (Idf) ha dichiarato di aver colpito una serie di "centri operativi di comando e controllo" di Hamas nella zona centrale di Gaza. Domenica mattina la Mezza luna palestinese ha riportato di un nuovo attacco all'ospedale al-Amal a Khan Younis.
Netanyahu: "Non entrare a Rafah vuol dire perdere la guerra"
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu sabato ha ribadito ancora una volta che il suo governo non si "piegherà alle pressioni internazionali" per cancellare la prevista operazione di terra a Rafah. Secondo lui, non entrare a Rafah equivale a perdere la guerra. Netanyahu non intende nemmeno "piegarsi alle pressioni" in termini di riorganizzazione post-bellica dei territori palestinesi, avendo rifiutato qualsiasi "riconoscimento unilaterale" dello Stato palestinese.
Tuttavia, il governo Netanyahu è sottoposto a pressioni crescenti non solo dall'estero, ma anche all'interno del Paese. Sabato è stata organizzata una marcia settimanale a Tel Aviv, con la richiesta di sostituire immediatamente il governo e di cambiare il corso della guerra, al fine di garantire la restituzione degli ostaggi. Le autorità israeliane insistono sul fatto che la liberazione dei detenuti è l'obiettivo principale, anche se i manifestanti ritengono che questo obiettivo sia molto lontano dall'essere raggiunto con i mezzi utilizzati finora.
Per il Qatar l'accordo sugli ostaggi non è soluzione per il cessate il fuoco
Alla Conferenza sulla sicurezza a Monaco, il primo ministro del Qatar ha suggerito che l'accordo sugli ostaggi non dovrebbe essere una condizione per i colloqui di cessate il fuoco. Finora i negoziati tra Egitto, Qatar, Israele e Stati Uniti non hanno portato alcuna novità positiva. Un rappresentante del Qatar ha definito i colloqui per il cessate il fuoco "poco promettenti".
Intanto il bilancio delle vittime nella Striscia è salito a 28.985, con 68.883 feriti.