Manifestazioni e blocchi stradali si registrano in molti Paesi europei da parte degli agricoltori che protestano contro le misure dei governi sul settore. Dalla Francia alla Romania, passando per la Germania, ecco i motivi delle manifestazioni
Le proteste degli agricoltori sono cresciute in tutta Europa negli ultimi tempi: prima delle tradizionali fiere ed esibizioni agricole di primavera in diversi Paesi e prima delle previste elezioni europee. Nei diversi Paesi le richieste sono leggermente diverse, ma in generale i coltivatori e i pastori sostengono che di solito sono loro i "capri espiatori" delle riforme della "transizione verde" e che sono i primi a perdere i sussidi in caso di buco nel bilancio di una nazione.
In Romania falliti i colloqui con il governo di Ciolacu
In Romania, gli agricoltori e i camionisti protestano da oltre dieci giorni. Chiedono tasse più basse e sussidi più equi. I colloqui iniziali con il governo di Marcel Ciolacu all'inizio della settimana sono falliti, quindi i manifestanti continuano. Tra le altre cose, i camionisti e gli agricoltori sono arrabbiati per il crescente costo delle assicurazioni per i macchinari pesanti. Nei gironi scorsi alcuni agricoltori avevano bloccato anche il confine con l'Ucraina.
Agricoltori e ambientalisti in piazza in Germania
Sabato a Berlino gli agricoltori sono stati affiancati da attivisti ambientali di Fridays for Future, che potrebbero essere visti come avversari degli agricoltori, ma che qui formano insieme l'alleanza "Siamo stufi!". Gli agricoltori affermano di sostenere pienamente un'agricoltura ecologica e priva di Ogm, ma per questo hanno bisogno di riforme corrispondenti, almeno la definizione di prezzi equi. Secondo i coltivatori e i pastori, il governo esita ad attuarle. I manifestanti hanno consegnato le loro richieste al ministro dell'Agricoltura Cem Ozdemir.
Gli agricoltori tedeschi sono in lotta da dicembre, quando il governo federale ha approvato un bilancio che cancella diversi sussidi e benefici agricoli vecchi di decenni. In questo modo si sarebbero potuti risparmiare 480 milioni di euro. In seguito, Berlino ha deciso di ammorbidire i piani, rendendo graduali i tagli ai benefici.
Il governo francese incontra gli agricoltori
Nel sud della Francia, le proteste di massa degli ultimi giorni hanno costretto il governo ad affrontare i problemi degli agricoltori. Il primo ministro Gabriel Attal incontrerà lunedì il presidente del sindacato degli agricoltori Fnsea. In precedenza, gli agricoltori avevano promesso di bloccare le autostrade fino a quando il premier non li avrebbe ascoltati. La Fnsea ha detto che deciderà la prossima settimana se chiamare a un'azione nazionale.
Gli agricoltori francesi sostengono che le politiche di eco-transizione delle autorità rendono i produttori nazionali non competitivi: questo non solo rende le aziende agricole non redditizie, ma secondo gli agricoltori costringe la Francia ad acquistare prodotti alimentari all'estero, in Paesi in cui gli standard ecologici sono più deboli ed è per questo che questi sono più economici. Il risultato delle azioni del governo è esattamente l'opposto di quello che vuole Parigi, sostengono gli agricoltori: i francesi ottengono prodotti di qualità inferiore a quella che avrebbero potuto ottenere già oggi.