La storica israeliana Herzig: "Non dimenticate le donne ancora ostaggio di Hamas"

La scrittrice israeliana Tamar Herzig al Premio Fiuggi Storia - Roma
La scrittrice israeliana Tamar Herzig al Premio Fiuggi Storia - Roma Diritti d'autore Euronews
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Di Stefania De Michele
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Stupri di Hamas sotto silenzio? "Perché i movimenti femministi sono di sinistra e filopalestinesi" dice la storica israeliana Herzig

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"Ci sono ancora 15 donne israeliane nelle mani di Hamas, temo per loro".
Ha rilanciato la sua denuncia, Tamar Herzig, storica israeliana dell'Europa della prima età moderna, specializzata in storia religiosa, sociale, delle minoranze e di genere, con particolare attenzione all'Italia rinascimentale.

Nella sala del refettorio di Palazzo San Macuto, la biblioteca della Camera dei deputati a Roma, dove Herzig - vicepresidente per la ricerca della facoltà di studi umanistici dell’Università di Tel Aviv - ha ricevuto il premio Fiuggi Storia Europa, la storica ha sottolineato ancora una volta l'indifferenza di media e organizzazioni femminili in relazione agli stupri di massa, perpetrati da Hamas il 7 ottobre scorso. 

Scene raccapriccianti e testimonianze drammatiche di giovani, madri e anziane. "Violenze estreme, amputazioni di seni, aggressioni con frattura delle ossa del bacino, sangue ovunque" ripete Herzig. 

Eppure, su questi stupri, il livello di indignazione, almeno mediatico, sembra minore e il silenzio non rende quel poco di giustizia che ci si potrebbe aspettare.

Come se lo spiega, questo silenzio, sugli stupri delle donne israeliane durante l'attacco di Hamas del 7 ottobre?

"I movimenti femministi sono naturalmente legati alla sinistra e, quindi, anche a una politica filopalestinese. Si può capire, anche se la realtà del Medio Oriente è molto più complessa. Si devono prendere in considerazione tanti altri legami politici e le diverse forze sui quali poggiano gli equilibri politici mediorientali. Non bisogna poi dimenticare che dal 1998 (dopo la guerra in Bosnia) lo stupro delle donne in guerra  - se perpetrato sistematicamente - è stato riconosciuto anche come crimine contro l’umanità".

Quale deve essere, secondo lei, il ruolo degli intellettuali israeliani in rapporto a questo conflitto?

"Noi non facciamo astrazione della guerra, per noi non è una cosa astratta: ne va della nostra vita. Per tanti e tante di noi, il 7 ottore costituisce una svolta radicale: è cambiato molto anche per noi progressisti, intellettuali di sinistra, che abbiamo sostenuto il processo di pacificazione, ora è davvero tutto più difficile".

L'appello che Herzig fa, anche a Roma, è quello di non dimenticare le donne ancora ostaggio di Hamas, di manifestare solidarietà, di tenere alta l'attenzione su una delle pagine più buie vissute da Israele.

Herzig riceve il Premio Fiuggi Storia Europa
Herzig riceve il Premio Fiuggi Storia EuropaEuronews

Sull'Italia, la storica israeliana spende parole d'amore: una corrispondenza di amorosi sensi, nata quando aveva 20 anni.
"Mi chiedono spesso se sono di origine italiana - dice - e io rispondo: sfortunatamente no. Le mie origini sono tra Polonia e Ungheria, i miei genitori sono nati nel '47 in due diversi campi profughi".
A marzo la vincitrice del premio Fiuggi Storia Europa sarà nuovamente in Italia, a Roma, per il progetto sostenuto dallo European Research Council sulla “Schiavitù femminile nell’Europa cattolica”.

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