La decisione di Donald Tusk ha l'obiettivo di ripristinare l'imparzialità dell'informazione dopo gli anni al governo di Diritto e Giustizia
A neanche dieci giorni dall'insediamento di Donald Tusk, il 21 dicembre il ministero della Cultura polacco ha annunciato il licenziamento di dirigenti di televisioni, radio e agenzie di stampa pubbliche, con l’obiettivo di ripristinare "l’imparzialità e l’affidabilità dei media pubblici" dopo la fine del lungo governo semiautoritario del partito di estrema destra Diritto e Giustizia.
Licenziati i dirigenti della televisione pubblica TVP, della radio Polskie Radio e quelli dell’agenzia di stampa pubblica Polska Agencja Prasowa (PAP): tutti media che secondo il governo nel corso degli ultimi anni si erano trasformati nei principali strumenti di propaganda di Diritto e Giustizia, che ha governato dal 2015 fino allo scorso ottobre trasformando la Polonia in un paese semi-autoritario, con forti limitazioni dell’indipendenza della magistratura e dei media e drastiche riduzioni nei diritti civili di donne, minoranze e stranieri.
Proteste in piazza contro la decisione del governo di Tusk
Non si sono fatte attendere le reazioni alla decisione del governo di Tusk, sia da parte di politici che dai cittadini, in un Paese dove la maggior parte della popolazione si informa proprio attraverso la tv. Già nella notte tra il 19 e il 20 dicembre alcuni esponenti del partito Diritto e Giustizia, incluso il presidente Jaroslaw Kaczynski, hanno organizzato una protesta presso la sede di TVP a Varsavia, lasciando l'edificio solo nelle prime ore del mattino.