Elezioni in Egitto, Abdel Fattah al-Sisi eletto di nuovo presidente con l'89% dei voti

Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi
Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi Diritti d'autore Amr Nabil/Copyright 2023 The AP. All rights reserved
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Di Greta Ruffino
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Una vittoria annunciata in mancanza di sfidanti noti. Al-Sisi ha ottenuto il terzo mandato presidenziale, con un'affluenza del 66,8%: rimarrà in carica fino al 2029. L'Egitto deve affrontare grandi sfide in questo momento, tra la guerra a Gaza e la peggior crisi economica mai vista nel Paese

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Abdel Fattah al-Sisi è stato rieletto per un terzo mandato di sei anni come presidente dell'Egitto. 

Secondo la Commissione elettorale nazionale egiziana, il capo di Stato ha ottenuto l'89,6% dei voti con una percentuale di affluenza alle urne del 66,8%, circa 39 milioni di voti in totale.Per la Commissione si è trattato del voto più significativo nella storia del Paese. 

Sisi, che ha 69 anni, è diventato presidente per la prima volta nel 2014, un anno dopo aver guidato il colpo di stato militare che ha rovesciato il suo predecessore Mohammed Morsi. L'ex ufficiale dell'esercito ha poi vinto nuovamente nel 2018 e ora rimarrà al potere fino al 2029. Finito il terzo mandato la costituzione del Paese gli impedisce di ricandidarsi. 

In alternativa ad al-Sisi c’erano altri tre candidati poco noti: Hazem Omar, leader del Partito popolare repubblicano, che è arrivato secondo con il 4,5 per cento dei voti; Farid Zahran, leader di una piccola formazione di sinistra; e Abdel Sanad Yamama, del partito Wafd.

Il presidente è stato criticato da molti per aver instaurato nel Paese un regime autoritario. Le elezioni erano all'inizio previste per l'aprile 2024 ma sono state anticipate a dicembre probabilmente per cercare di guadagnare consensi, prima di attuare alcune dure misure di austerità e di svalutare la moneta per far fronte alla dura crisi economica che sta mettendo in ginocchio l'Egitto. 

Una vittoria annunciata

La sua vittoria era stata ampiamente prevista, con le elezioni presidenziali che si sono svolte in un momento segnato dalla guerra tra Israele e Hamas a Gaza, al confine orientale dell'Egitto, che costituisce una minaccia per la regione. Diversi candidati di opposizione hanno denunciato intimidazioni e pressioni da parte del governo nel corso della campagna elettorale. 

D'altronde in Egitto non si può parlare di stampa libera e spesso l'opposizione, politica e civile, è duramente repressa. 

Al momento il Paese, che con circa 109 milioni di abitanti è il più popoloso del Medio Oriente, sta anche affrontando la peggior crisi economica che abbia mai visto. Il 30% circa degli abitanti vive in povertà. La moneta egiziana ha perso la metà del suo valore solo in quest'ultimo anno e il prezzo dei generi alimentari sono in continuo aumento con l'inflazione schizzata al 38% su base annuale, un massimo storico.

Il debito pubblico ammonta a circa il 90% del Pil e quasi la metà delle entrate statali è destinata a pagarne gli interessi. Di recente il Fondo monetario internazionale ha rifiutato di concedere al Paese dei prestiti già concordati perché non ritiene che sarà in grado di ripagarli. L'Egitto è il secondo debitore al mondo del fondo dopo l'Argentina.

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