Simona Halep sulla squalifica per doping: "So di essere pulita"

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Di Tokunbo Salako
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L'ex numero uno del tennis femminile ha parlato a Euronews della sua battaglia per tornare in campo, che culminerà a febbraio con la decisione del Tribunale arbitrale dello sport

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Simona Halep ha scalato la vetta del tennis mondiale, vincendo due titoli del Grande Slam. Ma ora si trova ad affrontare la più grande battaglia della sua vita dopo essere stata dichiarata colpevole di aver assunto farmaci per migliorare le prestazioni.

In questo episodio di Interview la star rumena del tennis parla di salute mentale, battaglie legali, amicizie spinte al limite e del suo sogno di tornare in campo per le Olimpiadi di Parigi 2024.

Tokunbo Salako, Euronews: È stato un anno difficile per lei. Un anno lontano dai campi. Qual è il suo stato d'animo in questo momento?

Beh, in realtà è già passato più di un anno e ogni giorno è stato molto doloroso,perché so di non aver fatto nulla di male e di essere pulita. Quindi è stato uno shock quando ho ricevuto la lettera secondo cui il mio esame delle urine, solo l'esame delle urine, è risultato positivo ad una quantità molto bassa di una sostanza vietata. Sono sempre stata contraria al doping e ho parlato a voce alta di questo problema, quindi non mi è mai passato per la testa di fare una cosa del genere. Quindi è stato uno shock. Dal punto di vista emotivo è stata molto dura perché è un fardello pesante da portare. Il fatto che se ne sia parlato così tanto ha influito molto sulla mia salute mentale.

Ha ricevuto un enorme sostegno online, perché lei è una delle stelle dello sport più popolari al mondo, ma ci sono anche molti detrattori. Come ha reagito?

Il sostegno è stato incredibile. I fan mi sostengono incondizionatamente, il che significa molto. È molto importante vedere che la gente, anche se sto affrontando il momento peggiore della mia vita come atleta, sa che sono pulita. Ho ricevuto tantissimi messaggi positivi, e la cosa più importante è che non ho mai incontrato una persona che mi abbia detto qualcosa di negativo. Sono stati tutti positivi e questo mi ha dato la forza di continuare a lottare ogni giorno, di ripulire il mio nome e di dimostrare che non ho fatto nulla di male. Anche le giocatrici, le mie avversarie, hanno mostrato il loro sostegno e lo apprezzo davvero, perché significa molto. In campo ci affrontiamo, ma, ora che sono nella situazione peggiore, loro sono lì e ti sostengono. Anche le leggende. Ho avuto un grande sostegno da parte delle leggende del tennis e hanno anche parlato pubblicamente di me. Questo significa molto. Mi hanno sostenuto pienamente ed è fantastico. Tutto questo mi aiuta a rimanere forte in questi tempi difficili e a lottare per riabilitare il mio nome.

Anche l'Agenzia internazionale per l'integrità del tennis ha dichiarato che, secondo tre diversi gruppi di esperti, lei ha assunto intenzionalmente questo farmaco per migliorare le prestazioni. Quale sarà la sua difesa?

Beh, sì, hanno detto così. Ma è chiaro che si è trattato di una contaminazione. Tre giorni prima dell'esame delle urine positivo, i miei test di sangue e urine erano negativi. Mi è stato detto fin dall'inizio che si trattava di una quantità molto bassa di questa sostanza vietata, e in quei tre giorni non avrei potuto doparmi. Non era mia intenzione, e non lo è mai stata, fare qualcosa di sbagliato o di irrispettoso nei confronti di questo sport, perché l'ho sempre rispettato e gli ho dedicato la mia vita. I miei principi non sono questi, quindi non ho mai pensato di imbrogliare nel tennis. Confido molto nel fatto che venga accertata la contaminazione e nelle analisi del sangue. Ho fatto moltissimi esami del sangue e tutti erano negativi. Non hanno mai trovato niente che non andasse nel mio sangue. Quindi, grazie a queste due cose, affronterò con fiducia la decisione del Tribunale arbitrale.

Ma si fida del processo?

Penso che i tempi di attesa per un atleta professionista siano troppo lunghi. Ma non posso farci niente e lo accetto. Ora attendo con ansia febbraio, quando finalmente ci sarà la decisione finale. 

**Alcune delle critiche che le sono state rivolte hanno coinvolto anche al suo team e Patrick Mouratoglou, forse il più importante allenatore di tennis al mondo. Nell'ultimo mese è uscito allo scoperto e ha ammesso le sue responsabilità, dicendo: "Sì, la nostra squadra ha sbagliato". Lei aveva del collagene contaminato. Qual è il vostro rapporto ora? **

È vero che ne ha parlato. Avrei voluto che lo facesse un po' prima. Ho smesso di lavorare con la sua accademia già da un po'. Quando mi sono trovata in questa situazione è stato difficile gestirla, perché ho sempre avuto fiducia nelle mie squadre di collaboratori, nelle squadre precedenti e in tutti coloro con cui lavoro, perché ritenevo che con la fiducia si avessero maggiori possibilità di rendere al massimo. Sono sempre stata aperta a imparare dalle persone. È per questo che si assumono delle persone, perché hai bisogno di informazioni, di migliorare. Ho sempre avuto fiducia in questo, ma la mia fiducia si è un po' incrinata. In futuro non so come sarà, se potrò fidarmi di nuovo. Probabilmente devo imparare, perché questo è il mio principio nella vita:n se assumi qualcuno e lavori con quella persona, devi fidarti.

Quando avete parlato per l'ultima volta?

È passato un po' di tempo. Qualche mese fa.

Se il Tribunale arbitrale dovesse decidere contro di lei, sarebbe la fine della sua carriera?

Penso di sì, perché quattro anni sono molti, almeno alla mia età. Ho fatto questa cosa ogni giorno per 25 anni, ho dedicato la sua vita al tennis e allo sport: quattro anni di squalifica sarebbero una catastrofe, non so come gestirei la cosa. Sì, probabilmente sarebbe la fine della mia carriera. Per qualcosa che non ho fatto e di cui non sono colpevole: ancora più catastrofico.

Lei rimane un'eroina nazionale nella sua Romania e non solo. Molte persone guarderanno questa intervista, tra cui diversi giovani. Qual è il suo messaggio per loro?

L'unica cosa che posso dire ai ragazzi è che devono sognare in grande. Credo che la cosa più importante sia visualizzare se stessi con i grandi trofei. Certo, non puoi sapere cosa succederà nella vita, ma se ci si dedica allo sport, se si è disciplinati, se si lavora duramente e se si ha la passione, la grande passione per questo sport, credo che un giorno si possa sollevare quei trofei. Io l'ho fatto e posso condividerlo con loro. Devono avere il coraggio di fidarsi di se stessi e di andare avanti. So che alcuni giorni sono difficili perché non hai voglia di allenarti. Sei stanco, esausto, a volte ti senti depresso. Fare uno sforzo e andare in campo in quei giorni è un passo enorme. Gli auguro buona fortuna e di avere fiducia in se stessi. 

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Se la sentenza del Tribunale Arbitrale dello Sport fosse favorevole tornerebbe qui a Parigi, magari per le Olimpiadi?

Certamente. È il mio sogno! So che non ci sono grandi possibilità, ma lo sogno, perché Parigi è la città dei miei sogni. Qui ho vinto il Roland Garros junior, quindi tutto è iniziato molto presto, e sarà fantastico tornare in campo, a prescindere da tutto. Voglio solo tornare in campo, perché è il mio posto e sento di volerlo fare di nuovo.

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