Gaza, la dura vita quotidiana per la sopravvivenza

Disperazione, fame e maltempo. (13.11.2023)
Disperazione, fame e maltempo. (13.11.2023) Diritti d'autore Hatem Ali/Copyright 2023 The AP. All rights reserved.
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Ora, già senza sufficiente cibo, acqua e medicinali, a Gaza sono alle prese con gli effetti del maltempo. Con inverni solitamente umidi, i palestinesi temono i disagi che il maltempo porterà con sè, poiché molti di loro si ritroveranno a vivere in condizioni terribili, in rifugi sovraffollati

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Le prime piogge autunnali cadute a Gaza dall'inizio della guerra tra Israele e Hamas hanno peggiorato le già terribili condizioni dei palestinesi sfollati.
Ora, già senza sufficiente cibo, acqua e medicinali, sono alle prese con gli effetti del maltempo. 

Con inverni solitamente umidi, i palestinesi temono i disagi che il maltempo porterà con sè, poiché molti di loro si ritroveranno a vivere in condizioni terribili in rifugi sovraffollati.

I palestinesi di Gaza, già scossi dai bombardamenti israeliani, temono che l'inverno aggravi le loro disgrazie.

Molti si sono già affrettati ad avvolgere le loro tende con semplici teloni, tentando di impedire alla forte pioggia di penetrare all'interno.

Gaza City sotto la pioggia. (13.11.2023)
Gaza City sotto la pioggia. (13.11.2023)Screenshot WAFA

In coda per il cibo

Ma c'è di peggio: i residenti di Rafah, nel sud di Gaza, sono in fila per il cibo davanti ad una cucina di strada che offre gratuitamente pasti caldi alle persone in difficoltà.

Le agenzie umanitarie internazionali parlano di centinaia di migliaia di sfollati e di una autentica catastrofe umanitaria.

"Quando mi sono svegliato e ho visto piovere, mi sono detto: che Dio aiuti gli sfollati che hanno trovato rifugio nelle scuole o che sono semplicemente per strada. Sono esseri umani e hanno bisogno di un rifugio. Che fine ha fatto l'Onu?", si domanda Mahmoud Bakir, residente a Rafah. 

"Che fine ha fatto l'Onu?"
"Che fine ha fatto l'Onu?"Screenshot WAFA

"La vita è capovolta. La nostra normale routine quotidiana, quando mangiavamo, bevevamo e dormivamo normalmente, è completamente cambiata. Ora dormiamo tra i suoni delle esplosioni e dei raid. Al mattino ci svegliamo solo per scoprire che i nostri parenti sono morti", racconta Mahmud Qashta, sfollato da Gaza City.

"La nostra vita si è capovolta". (Rafah, 13.11.2023)
"La nostra vita si è capovolta". (Rafah, 13.11.2023)Screenshot WAFA

Circa 11.180 palestinesi sono stati uccisi dagli attacchi israeliani dal 7 ottobre, quando il gruppo militante palestinese Hamas ha effettuato un attacco senza precedenti contro Israele, causando la morte di circa 1.400 israeliani,
239 ostaggi sono ancora in mano ad Hamas. 

Tra le vittime di Gaza, più di 4.600 sono bambini e altre sono 3.100 donne: lo ha confermato, nel suo ultimo aggiornamento, il ministero della Sanità gestito a Gaza da Hamas.

Tragica situazione sanitaria

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha affermato che il principale ospedale di Gaza, Al-Shifa, a Gaza City, non funziona più, poiché manca l'elettricità e sono finite le riserve di carburante. 
All'interno dell'ospedale rimangono migliaia di pazienti, centinaia di medici e infermieri e un numero imprecisato di sfollati.

Lunedì l'Oms ha definito Al Shifa "quasi un cimitero", con corpi che si accumulano dentro e fuori. L'ospedale, secondo diverse testimonianze assediato dalle forze israeliane, ha praticamente smesso di funzionare già da sabato, quando ha terminato le scorte di carburante.
In tre giorni sono già 32 i pazienti morti per la mancanza di cure, tra cui almeno tre neonati prematuri, a causa delle incubatrici non puiù funzionanti.
Il ministero della Sanità ha detto che al momento all'interno dell'ospedale ci sono più di 2.300 persone: 650 pazienti, 1.500 civili che hanno lasciato le proprie case, e tra 200 e 500 operatori sanitari.

Secondo Tel Aviv, l'ospedale Al-Shifa nasconderebbe un centro di comando di Hamas, forse addirittura il cosidetto "Macellaio di Khan Younis", al secolo Yahya Sinwat, la presunta mente degli attacchi di Hamas del 7 ottobre.

In una dichiarazione alla stampa, il presidente americano Joe Biden ha chiesto a Israele un'attività militare "con azione meno invasiva" attorno agli ospedali. 

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